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mercoledì 22 marzo 2023
 
Genitori & Figli
 

Correggere senza avvilire, lo dice papa Francesco

04/02/2015  La lettera di un padre alle prese con un preadolescente "ribelle". Sgridare o cercare il dialogo? La nostra risposta, facendosi aiutare dalle parole di papa Francesco.

Mio figlio ha 12 anni e fa la prima media. È sempre stato un bambino tranquillo, ma da qualche tempo è spesso di cattivo umore e si ribella un po’ sia con mia moglie che con mia madre che viene a casa nostra a fargli da mangiare e sta con lui il pomeriggio. È già successo che loro, mia moglie e mia madre mi chiedessero di sgridarlo perché non abbia certi toni o certi atteggiamenti... Ma a me non piace essere chiamato in causa a definire questioni successe quando non ero presente. E poi con lui sono sempre andato d’accordo perchè soprattutto il fine settimana giochiamo tanto e non vorrei passare per il padre cattivo che sgrida e basta.

ALFONSO

Caro Alfonso, credo che più di un papà si riconoscerà nel tuo sfogo perché è di questo che si tratta - uno sfogo - più che di una domanda. Ma oltre a darti spazio vorrei accennare qualche commento sulle tue osservazioni anche perché mi hanno colpito proprio in queste settimane le riflessioni che Papa Francesco ha fatto sulla figura dei padri. Prima di tutto ti sia di conforto che non sono mancati gli accenni alle fatiche: «Un padre - ha detto - sa bene quanto costa trasmettere questa eredità: quanta vicinanza, quanta dolcezza e quanta fermezza. Però, quale consolazione e quale ricompensa si riceve, quando i figli rendono onore a questa eredità! È una gioia che riscatta ogni fatica, che supera ogni incomprensione e guarisce ogni ferita». Essere presenti, come tu stesso fai, è la prima delle raccomandazioni che il Papa vi (e ci) fa, ma invita anche ad avere pazienza, a saper aspettare, seguendo il figlio nella crescita accanto alla moglie, nelle gioie ma anche nelle difficoltà, senza esagerare nei rimproveri e nelle prediche perché, come ha raccomandato Francesco usando una simpatica espressione, «Dire presente non è lo stesso che dire controllatore, perché i padri troppo controllatori annullano i figli». I padri dunque devono saper attendere e perdonare dal profondo del cuore ma anche correggere con fermezza senza essere deboli, arrendevoli, sentimentali perché «il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi».

 
 
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