Mala tempora currunt, anche nello sport. Sia nostrano, che oltre confine. Basti pensare al caso Blatter-Platini condannati dalla Fifa a otto anni di squalifica, al terremoto del doping nell’atletica russa, alla retrocessione del Catania in Lega Pro per aver comprato cinque partite. Tra scommesse, tangenti, abusi, sono molte le ombre che si allungano sul mondo sportivo.
La copertina del Rapporto elaborato da Transparency International.
SEI CONSIGLI CONTRO LA CORRUZIONE
Per tentare di arginare il malaffare, peraltro già documentato nei giochi olimpici dell’antichità, Transparency international ha pubblicato il Global corruption report sullo sport. Un tomo di molte pagine, con oltre 60 contributi, scritto per analizzare un settore che, a livello mondiale, muove circa 131 miliardi di euro all’anno. Mica bruscolini. Sotto la lente vari tipi di manipolazione: dall’interferenza politica nel calcio asiatico al lascito della Coppa del mondo in Brasile, dal finanziamento delle Olimpiadi di Sochi alla governance del cricket in Bangladesh, fino agli assetti proprietari delle società di calcio britanniche.
Cosa fare per ripristinare la legalità? Il report dà sei suggerimenti ai governi: aumentare la sorveglianza, utilizzare criteri rigorosi per le “poltrone” di alto livello, essere trasparenti dal punto di vista finanziario, coinvolgere i cittadini, incentivare gli sponsor con valori etici. Da ultimo, anche cercare di istituire un’unica agenzia globale per la lotta alla corruzione sportiva.
«Se la corruzione nello sport non è una novità», dichiara Virginio Carnevali, presidente di Transparency international Italia, «la recente pervasività degli scandali rischia di minare la vera essenza dello sport, mettendo a rischio l’impatto etico ed educativo sulle società civili».
La presentazione a Milano dello studio.
ARRIVA A MILANO IL CODICE DELLO SPORT
Sfogliando il report, si trova il Codice etico dello sport per Milano (www.codiceeticosportmilano.it), un’iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con Transparency international Italia e Avviso pubblico. In sostanza, si tratta di uno strumento che impegna le società sportive aderenti a rispettare i principi di corretta condotta. A oggi, su 113 società meneghine concessionarie di impianti pubblici, 45 lo hanno adottato. È possibile, però, che il documento venga presto esportato anche in Trentino, a Palermo, a Torino e in Toscana.
«Il nostro impegno per lo sport si è tradotto in una gestione sempre verificabile», sostiene l’assessore allo Sport Chiara Bisconti, «non abbiamo mai lasciato spazio a trattamenti di favore». Secondo Caterina Gozzoli, direttrice dell’Alta scuola di psicologia Agostino Gemelli dell’Università Cattolica di Milano, «il codice ha lo scopo di auto-tutelare le società dai rischi di coinvolgimento, spesso involontario, in questioni di doping, scommesse illegali, violenza, razzismo, talvolta collegate a infiltrazioni da parte della criminalità organizzata».
Certo però non sarà un documento, per quanto completo e ben fatto, a estirpare la corruzione se non si partirà dall’animo di ciascuno, evitando di «avere la coscienza pulita. Mai usata», come ironizzava lo scrittore polacco Stanislaw Jerzy Lec.