Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 23 maggio 2025
 
dossier
 

Corruzione, una piaga mai stata così attuale

05/04/2017  Il 6 aprile è la Giornata nazionale del contrasto alla corruzione in sanità, il tema è in molti ambiti sempre agli onori della cronaca. E intanto cambia la corruzione tra privati.

La giornata nazionale contro la corruzione in sanità, fissata al 6 aprile, casca quanto mai “a fagiuolo”, come si diceva una volta: la cronaca s’incarica di ricordarci da Napoli a Milano che la corruzione non solo in ambito sanitario è tema attualissimo ogni giorno.

Nelle ordinanze dei Gip delle due inchieste dei giorni scorsi, tanto per citare le ultime, una sugli appalti della sanità a Napoli per fatti di tre anni fa, l’altra sugli appalti dell’edilizia scolastica a Milano per fatti risalenti al 2013, che hanno portato a all’esecuzione misure di cautelari a carico di due dirigenti e un funzionario del Comune di Milano e di una decina di pesone per le commesse della sanità partenopea, ricorre, riguardo ai comportamenti corruttivi, un aggettivo emblematico: “sistemico”.

Significa che la ricostruzione degli inquirenti porta a disegnare un quadro di prassi consolidata, che va oltre i casi isolati: non a caso si parla di percentuali fisse negli appalti.

“Sistema” era stata la parola chiave di Tangentopoli di cui ricorrono i 25 anni. E curiosamente, ma forse non tanto, stiamo ancora parlando (a Napoli) di pulizie negli ospedali, proprio come al tempo di Mani Pulite innescata dall’arresto in flagranza del Presidente del Pio Albergo Trivulzio che intascava una tangente da circa tremila euro per l’appalto delle pulizie della casa di riposo: un ramo periferico che portò a scoprire un sistema centralizzato.

Altre analogie ricorrono: nell'inchiesta milanese, troncone di un'altra che nel 2015 aveva già portato arresti per associazione a delinquere per fatti che risalgono a periodi precedenti la Giunta Sala, è ricomparsa una vecchia conoscenza: le bustarelle di denaro contante, che spesso in anni recenti avevamo visto tramutarsi in scambi di favori magari equivalenti ma meno appariscenti.

Segno che, rispetto a 25 anni fa, le cose sono cambiate in termini di struttura organizzativa – è tutto più parcellizzato e più anarchico, tanti centri anziché uno solo – ma la sostanza rimane.

Il problema si fa ancora più complesso quando pubblico e privato si mescolano nella galassia delle società controllate e partecipate, dove è difficile distinguere pubblico e privato, come spiegava, il 2 marzo scorso a Roma nell'ambito del convegno "Criminalità organizzata tra storia, economia e sociologia", Francesco Greco, procuratore della Repubblica di Milano, tra i più esperti in tema di reati economici.

«Il rapporto corruttivo» esemplificava Greco,  «s’è trasformato in un rapporto di interconnessione di lobby in cui sfumano i rapporti tra pubblico e privato (per cui vigono norme diverse ndr). Ci sarebbe bisogno della parificazione giuridica tra pubblico e privato, perché le indagini si scontrano con soggetti economici difficili da qualificare giuridicamente: quando mi imbatto in casi che riguardano imprese nate come enti pubblici e poi privatizzate, (ma di cui lo Stato resta azionista principale ndr), non è mai chiaro se l’amministratore di turno, nominato dal Governo, sia un pubblico ufficiale o un amministratore delegato di una società per azioni quotata in borsa. Queste figure ibride rappresentano un problema giuridico enorme nel contrasto, perché il pubblico sfuma nel privato ogni volta che lo Stato esternalizza servizi: ma la corruzione tra privati ha norme che non bastano a contrastare il fenomeno, per esempio, nelle migliaia di municipalizzate che deviano risorse dalle Regioni ai Comuni».

A questo proposito il 14 aprile andrà in vigore il decreto che ha riformato la corruzione tra privati, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 30 marzo scorso, che ha esteso il contrasto, restando però lontano all’equiparazione dei profili pubblico/privato auspicato dagli addetti ai lavori: se da un lato infatti le nuove norme estendono il contrasto anche all'istigazione e ampliano la categoria dei soggetti punibili, ricomprendendo oltre all’estraneo che dà o promette denaro o utilità anche i direttori generali, gli amministratori, i dirigenti preposti interni ell’ente privato, dall’altro le pene per la corruzione tra privati restano anche nel decreto inferiori ai tre anni e come tali escludono il ricorso alle intercettazioni come strumento investigativo e si continua  procedere non d’ufficio ma a querela della persona offesa, benché come strumento di emersione della corruzione la querela sia storicamente del tutto marginale, data la convenienza reciproca al silenzio degli interessati al patto corruttivo.

Multimedia
Video Infografica: la mappa della corruzione in Italia
Correlati
WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
11

Stai visualizzando  dei 11 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo