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martedì 18 novembre 2025
 
medio oriente
 

Israele fermi le operazioni a Rafah: l'ordine della Corte di giustizia dell'Aia

24/05/2024  La Corte, deliberando a seguito della richiesta presentata dal Sudafrica, ha ordinato a Israele anche di aprire il valico di frontiera di Rafah per permettere l'assistenza umanitaria. Intanto a Jabalya le forze di sicurezza israeliane hanno recuperato i corpi di tre ostaggi

Israele fermi l'offensiva militare su Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. È quanto ha ordinato oggi la Corte internazionale di giustizia dell'Aia, il tribunale internazionale che giudica le controversie tra gli Stati, deliberando a seguito della richiesta di stop immediato delle operazioni presentata dal Sudafrica. Lo scorso 29 dicembre lo Stato sudafricano ha presentato una denuncia contro Israele, con l'accusa di "atti di genocidio contro il popolo palestinese, commessi o tollerati dal Governo e dall’esercito", sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite del 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.

"In conformità con queste indicazioni, sotto la convenzione del genocidio, Israele deve immediatamente fermare la sua offensiva militare e ogni altra azione nel governatorato di Rafah che potrebbe infliggere sul gruppo palestinese in Gaza condizioni di vita che potrebbe portare alla loro distruzione fisica, del tutto o in parte", ha affermato il presidente della Corte Nawaf Salam.  

La Corte di Giustizia ha ordinato a Israele di aprire il valico di frontiera di Rafah per l'assistenza umanitaria. E ha aggiunto che, per preservare le prove, Israele deve adottare misure per garantire l'accesso senza ostacoli agli inquirenti nella Striscia di Gaza.

La decisione della Corte dell'Aia è arrivata mentre le forze di difesa israeliane continuavano ad operare a Rafah nel sud della Striscia e a Jabalya nel nord del territorio palestinese, nonché a pochi giorni dalla richiesta del procuratore capo della Corte penale internazionale, il magistrato britannico Karim Khan, di spiccare mandati di arresto per il premier israeliano Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e per i tre leader di Hamas, Sinwar, Deif e Haniyeh, per le accuse di crimini di guerra e contro l'umanità. 

Intanto a Jabalya sono stati recuperati i corpi di tre ostaggi israeliani, Michel Nisenbaum, 59 anni, Hanan Yablonka, 42 anni e Orión Hernández Rado, 30 anni. Quest'ulrimo era il fidanzato di Shani Louk, la 23enne israelo-tedesca rapita al rave nel deserto il 7 ottobre e brutalmente uccisa, diventata uno dei simboli delle atroci violenze compiute dai membri di Hamas. Il suo corpo è stato ritrovato alcuni giorni fa. Secondo quanto riferito dall'esercito israeliano, i tre ostaggi rinvenuti sono stati uccisi durate il massacro del 7 ottobre.

(Foto Reuters: una donna palestinese sfollata in una tenda a Rafah)

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