Il Consiglio ecumenico delle Chiese è stato fondato ad Amsterdam nel 1948, con l’obiettivo di «camminare verso l’unità visibile in una sola fede e in una sola comunità eucaristica, espressa nel culto e nella vita comune in Cristo».
Non si tratta di una «superChiesa», ma di una comunione di Chiese, riunite per promuovere il dialogo e la riconciliazione fra le diverse tradizioni cristiane. Il Cec ha sede a Ginevra e attualmente conta 349 Chiese di tutte le principali tradizioni cristiane, in gran parte protestanti, anglicane e ortodosse, di oltre 110 Paesi, in rappresentanza di circa 500 milioni di cristiani nel mondo.
La Chiesa cattolica non è membro effettivo del Cec, ma partecipa come «osservatrice», collabora in diversi ambiti ed è membro a pieno titolo della commissione “Fede e costituzione” e della commissione “Missione ed evangelizzazione”.
Le Chiese che aderiscono al Cec sono chiamate a promuovere la testimonianza comune nella missione e nell’evangelizzazione: dal momento della sua fondazione il Consiglio ecumenico incoraggia infatti le Chiese a mobilitarsi per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato. Fra i suoi numerosi impegni si batte per la riunificazione della Corea, la difesa dei diritti dell’uomo in America Latina e il dialogo israelo-palestinese; è inoltre attiva nel campo dell’impegno sociale e degli aiuti umanitari. In passato si è distinta per la lotta contro il razzismo e l’apartheid in Sudafrica.
(foto Ansa, articolo pubblicato originariamente su Jesus di aprile 2018)