- È vero che da qualche parte nel mondo esiste un calice con il sangue di Gesù?
Guarda, ti posso dire che di calici con il sangue di Gesù ce ne sono a milioni, in tutti i continenti e in moltissimi Paesi del mondo. Anche in questo momento.
- Davvero?
Basta entrare in una chiesa in cui si stia celebrando la messa. Dopo la consacrazione, ogni calice contiene il vero sangue di Gesù. Non è un segreto.
- Ho saputo che ce n’è uno di molto antico che è stato nascosto.
Ti riferisci al santo Graal, vero? Beh, quella è una storia di fantasia le cui origini si perdono nel tempo. La parola gral, o graal, deriva forse dal latino gradalis, che significa vaso, recipiente, e si riferirebbe alla coppa di vino usata da Gesù durante l’ultima cena, nella quale Giuseppe d’Arimatea avrebbe conservato alcune gocce di sangue, uscite dalla ferita che Gesù aveva sul costato. Il Vangelo racconta che Giuseppe d’Arimatea, membro del sinedrio, nonché discepolo di Gesù, si è preso cura della salma. Dopo che il corpo fu deposto dalla croce, Giuseppe si è incaricato di ungerlo con una mistura di mirra e aloe, secondo le usanze del tempo, l’ha avvolto in un lenzuolo pulito, l’ha messo nel sepolcro che ha poi sigillato con una grossa pietra. Tutto il resto è leggenda. Una leggenda che ha avuto grande fortuna nei secoli, perché sono molti gli autori e i poeti che ne sono stati ispirati, arrivando a immaginare perfino che quel calice fosse dotato di poteri magici.
- Tipo?
Guarire ferite impossibili, o dare l’immortalità. Ecco perché sarebbe tanto importante cercarlo: chi lo trovasse, godrebbe di un privilegio inenarrabile. Più recentemente, uno scrittore di thriller ha immaginato un intreccio più complesso: una relazione sessuale fra Maria Maddalena e Gesù, dalla quale sarebbe nato un bambino. Più tardi Maria Maddalena sarebbe fuggita per mare, approdando in Normandia e dando origine alla dinastia dei merovingi, che sarebbero i discendenti diretti di Gesù. Secondo questa trama, il santo Graal non sarebbe più un calice, ma il sangue reale di quei re francesi.
- Tu ci credi?
No, assolutamente. I film e i romanzi su quest’argomento vanno presi come un momento di evasione, sono delle storie avventurose, o soporifere a seconda dei gusti, basate sulla fantasia. Non c’è nulla nel Vangelo che confermi queste idee, perché Gesù non ha nascosto da nessuna parte del mondo né i suoi figli, né qualche altro segreto. Come se Dio si divertisse a giocare a nascondino con gli uomini! Tutto quello che c’era da sapere ci è stato rivelato. Non lo dico io, ma lo dice Gesù stesso: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi». E gli amici non hanno segreti. Tutto quello che c’è da sapere sulla vita di Gesù si può trovare senza fatica nel Vangelo.
Io credo che il calice con il sangue di Gesù sia ben visibile sull’altare tutte le volte che vado a messa. Credo che Gesù mi aspetti ogni domenica per farmi dono della sua vita, vera, buona, bella, che non conoscerà fine. E credo che ogni giorno mi regali la sua forza, che ha il potere di guarire le ferite della mia anima e di renderla immortale. Tutto il resto è buono per il cinema.