Con la riforma liturgica i fedeli sono tornati pienamente soggetto celebrante attraverso una partecipazione attiva e consapevole. Pertanto «la natura delle parti presidenziali esige che esse siano proferite a voce alta e chiara e che siano ascoltate da tutti con attenzione» (Premesse al Messale, n. 32). A maggior ragione questa esigenza vale per un fruttuoso ascolto della parola di Dio e della preghiera eucaristica innalzata a nome di tutti (ivi, nn. 29-30). Pertanto il microfono è benvenuto, anche se il suo uso esige particolari attenzioni. A ragione molti documenti si preoccupano anche della diffusione sonora durante le celebrazioni liturgiche (Progettazione nuove chiese, n. 32; Adeguamento chiese, n. 59). Quanto alla forma del microfono il Messale si preoccupa che esso non sia invadente sull’altare (Precisazioni Cei, n. 14). Per quello portatile ad archetto non c’è alcun veto, ma possiamo chiederci se non vi siano soluzioni altrettanto efficaci ma meno invasive sul volto di chi presiede un rito liturgico.