Anche in altre occasioni gli evangelisti
affermano che gli eventi «dovevano
accadere» e spesso si citano brani profetici
dell’Antico Testamento. Ma dobbiamo leggere
queste “coincidenze” non come il frutto
di una sorta di fato che determina necessariamente
gli eventi, ma come momenti
di un percorso che si innesta nella storia
della salvezza, in cui si realizza la volontà
di Dio e il suo progetto in Gesù, nella Chiesa
e nella nostra storia. Tale volontà di Dio,
poi, non è da intendersi come deterministica
rispetto alla libertà dell’uomo, che può
compiere sia il bene che il male, che non è
quindi da imputarsi all’Onnipotente, bensì
al fatto che l’uomo nella storia si esprime
liberamente e che il bene è affidato alla
nostra scelta. La necessità di cui parlano
le Scritture non è quella del destino, ma
dell’amore, cui è chiamata a ispirarsi l’esistenza
del cristiano, perché la storia sia
sorretta e guidata dal bene e non dal male,
dalla luce e non dalle tenebre.