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domenica 06 ottobre 2024
 
primo maggio
 

«Così la pandemia ha cancellato la classe media»

01/05/2021  La diagnosi del presidente dei Movimento Cristiano Lavoratori Antonio Di Matteo: «In due anni la Campania ha perso circa il 33 per cento delle attività e molti sono artigiani. Ma non bisogna dimenticare la giornata del lavoro. Serve a guardare lontano e tenere sempre la giusta rotta per evitare ancora chiusure e povertà»

“Molte attività non riapriranno, in due anni la Campania ha perso circa il 33 per cento delle attività e molti sono artigiani. Ma non bisogna dimenticare la giornata del lavoro. Serve a guardare lontano e tenere sempre la giusta rotta per evitare ancora chiusure e povertà”. A scattare la fotografia di un Mezzogiorno che vive un momento difficilissimo è Antonio di Matteo, presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori.

Un'analisi che tiene conto delle richieste di aiuto che sono pervenute dai territori, come alla sede di Napoli dove Michele Cutolo, vicepresidente nazionale e responsabile per la Campania, ha potuto vedere da vicino i volti di chi non è riuscito a riprendere a lavorare, ha ascoltato le storie di chi ha dovuto rinunciare a ciò che aveva costruito. "Attraverso i servizi che eroghiamo come Mcl si sono rivolti a noi piccoli imprenditori. Cercavano non solo supporto con la burocrazia che spesso li affligge ma anche supporto morale, assistenza materiale - spiega Cutolo - ho conosciuto molti commercianti che purtroppo non sono riusciti a vendere nulla negli ultimi mesi. Merce già acquistata, svenduta per recuperare qualche soldo e poi basta. Altri imprenditori con piccole ditte di pulizia ed anche ambulanti. E poi ci sono gli artigiani. Come quelli di San Gregorio Armeno che rischiano di scomparire insieme alle tradizioni che da anni li legano alla famosa strada. E tra affitti da pagare, utenze e magari un po’ di personale molti dopo aver contratto debiti non possono andare più avanti”.

La pandemia ha dunque cancellato la classe media. Non solo anziani a rischio, con un boom di pensioni di cittadinanza, ma è la fascia media in cui rientrano le persone di età compresa tra i 47 e i 57 anni che vivono le maggiori difficoltà. Sono loro ad aver perso il lavoro e proprio dalla fascia media arriva l’aumento delle richieste di sussidi e redditi di emergenza che non escludono anche i liberi professionisti. “Un dato che però diventa più drammatico se letto insieme a quello geografico - spiega Michele Cutolo - infatti le richieste di aiuto arrivano da chi risiede negli storici quartieri della borghesia, sia a Napoli che a Salerno, dove dal punto di vista statistico ci sorprende il dato di Napoli: il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza ha numeri simili sia nei quartieri agiati che nei quartieri storicamente popolari, insomma una tendenza ad un appiattimento delle differenze tra quartieri mentre Avellino è Benevento sono ai livelli delle città delle regioni del Centro Italia”.

Dagli ultimi studi del Mcl emerge un quadro dell’Italia che continua a preoccupare. “La Lombardia risulta essere terza dopo la Campania e la Sicilia per numero di domande di reddito di emergenza - continua Cutolo - questo ci fa pensare ad uno stato sociale che sta cambiando e con effetti che probabilmente saranno evidenti anche dopo la pandemia, gli imprenditori hanno bisogno di sostegni continui non una-tantum, ‘provocare’ una perdita di lavoro significa far perdere la dignità alla persona”.

“Il primo maggio è una data che ci deve mostrare l’orizzonte per il Paese e per il Mezzoggiorno, occorre celebrarla proprio per crescere”, spiega Di Matteo. “Seguiamo con grande attenzione i lavori relativi al Recovery Fund affinché possa essere lo strumento giusto per cogliere risorse che possano investire nel futuro e non tamponare il quotidiano - conclude Di Matteo - il nostro compito è quello di non lasciare debiti alle generazioni del futuro ma anche di recuperare i valori e l’impegno di chi fino ad oggi si è impegnato per costruire questa società. Nel 2000 San Giovanni Paolo II chiese al mondo del lavoro di globalizzare la solidarietà e di garantire diritti e tutele a tutti i lavoratori. Questo messaggio nel processo di crescita e formazione dei lavoratori è ancora molto attuale e deve essere sempre ricordato da tutti”.

 
 
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