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sabato 24 maggio 2025
 
 

Costituzione, ritorno al futuro

04/12/2012  Una via per uscire dalla crisi morale ed economica c'è: intellettuali, artisti, giuristi vedono nel recupero dei valori della nostra Carta la speranza per un domani migliore.

Sulla diagnosi siamo tutti d'accordo: c'è la crisi, non solo economica, ma anche morale, culturale, sociale. Sulla terapia, ci dividiamo, ammesso che una qualche via d'uscita si riesca a intravvedere. Chi invoca un rinnovamento della politica, chi sostiene che bisogna ripartire dal basso, chi ritiene che siamo un Paese costituzionalmente incapace di fare sistema e puntare nella stessa direzione... Insomma, non si riesce a identificare la soluzione ai nostri mali e si brancola nel buio, oppure ognuno si inventa il suo toccasana senza saper convincere gli altri...

Eppure una grande, preziosa risorsa forse è sotto i nostri occhi. Basterebbe saperla vedere e, sopratutto mettere in atto: la Costituzione. A riportarla alla nostra attenzione, sono ora una serie di intellettuali, artisti, esperti di diritto.

Qualche giorno fa su questo sito abbiamo pubblicato un'approfondita intervista a Salvatore Settis, l'archeologo (già direttore della Normale di Pisa e di importanti istituzioni culturali nel mondo) che da qualche tempo è diventato uno dei più lucidi e brillanti paladini del nostro patrimonio culturale e ambientale. Nel suo ultimo saggio, Azione popolare, appena pubblicato da Einaudi, l'intellettuale ricorda che la nostra è una Costituzione attualissima e illuminata, anche per quanto riguarda la salvaguardia e la valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali. I cittadini sono chiamati a esercitare in pieno il loro diritto di cittadinanza, attraverso la partecipazione, le iniziative, la denuncia. Il manifesto di questi cittadini attivi esiste già: è appunto, la Costituzione.

L'analisi di molti indica nel venire meno di un tessuto condiviso di valori, improntati alla solidarietà e al rispetto reciproco, una delle ragioni profonde della crisi. Eppure persino il "dovere" della fraternità è inscritto nella nostra Costituzione (non solo nel grido Liberté, Égalité, Fraternité della Rivoluzione francese). Lo dimostra in maniera documentata un bel saggio scritto da Filippo Pizzolato, docente di Istituzioni di diritto pubblico all'Università Milano-Bicocca e di Dottrina dello Stato alla Cattolica di Milano (Il principio costituzionale di fraternità, Città Nuova). La nostra Carta, ispirata dai principi personalistici e di sussidarietà, offre un esempio storico di un ordinamento giuridico in cui il carattere ordinante dei legami fraterni è riconosciuto e valorizzato.

E non sono solo intellettuali e professori a proporre un ritorno alla Costituzione
per uscire dal guado in cui siamo intrappolati. E non sembrano caduti nel vuoto nemmeno i continui rimandi ad essa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Proprio in questi giorni il noto rocker Shel Shapiro si è sentito in dovere di pubblicare Undici, una canzone recitata in cui declama i primi 11 articoli della nostra Costituzione. Significativamente, un coro di bambini fa da sottofondo alla sua interpretazione, a dire che la riscoperta e la messa in atto di quei principi è la migliore eredità che possiamo lasciare alle generazioni future. «Ritengo che sia importante che venga ribadito, da uno come me, non più ragazzino, straniero, diventato Italiano, l’importanza della Costituzione Italiana in questo preciso momento, in cui sembra che il popolo non abbia più voce in capitolo», sono le bellisime parole con cui ha spiegato la motivazione che lo ha spinto a questo intervento.

Ecco il commento di Gherardo Colombo, uno che di Costituzione s'intende: «La qualità della società nella quale viviamo dipende dal lavorio che quotidianamente ognuno impiega per realizzare la Costituzione. Come può succedere se non la si conosce? Shel Shapiro ha scelto, per diffonderla, la sua strada, la strada della musica. Undici è uno strumento molto importante (e molto piacevole) per diffondere il nucleo essenziale della Costituzione, invitare ad approfondirlo da parte soprattutto dei giovani, che per la verità non ricevono dagli adulti aiuti consistenti per avvicinarsi alla Costituzione. Questa, la nostra Costituzione, è generalmente sconosciuta, e a mio parere proprio da questa mancanza di conoscenza dipendono i maggiori guai del nostro Paese. Grazie, Shel, per il tuo contributo a diffondere la Costituzione».

Forse il nostro futuro è appena dietro di noi. Si chiama Costituzione.

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