Il Covid l'ha portato a un passo dalla morte: trombosi, embolie, shock setticemico, emorragia polmonare, coma, casco per cercare di respirare ma anche circolazione extracorporea. A sua moglie Chiara, una notte hanno telefonato dall’ospedale perché tenesse il cellulare vicino: «Morirà», le hanno detto. Alberto Del Grossi, 53 anni, però ce l'ha fatta. S'è salvato. Ha reagito e a distanza di mesi il suo corpo non mostra le cicatrici del virus che lo stava annientando. La sua guarigione? Forse un miracolo. Sicuramente un mistero per la scienza. Decisiva, a sentire i protagonisti, pare essere stata una catena di preghiera che si è allargata a macchia d’olio, iniziando dai parenti e dagli amici più stretti fino a coinvolgere una moltitudine di sconosciuti, perfino dall’Africa, che hanno fatto il tifo per Alberto. Mentre un’immaginetta di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, posta sul suo cuscino lo vegliava. La sua straordinaria vicenda oggi è diventata un libro (Eccomi! Storia di una preghiera virale, 256 pagine, 15 euro, Edizioni Ares) e ha incuriosito anche papa Francesco.
Alberto Del Grossi (ingegnere, sposato, tre fgli, casa a Lissone, in Brianza) ha contratto il virus nel marzo 2020, all’inizio della prima tremenda fase della pandemia. Il decorso della malattia è stato dei peggiori (dall’intubazione all’embolia, alla circolazione extra corporea e al coma). La conclusione, però, non è stata quella che tutti avevano previsto. Alberto è guarito. E questo fatto ha lasciato senza parole chi lo ha curato e pieni di stupore tutti coloro che hanno seguito il suo percorso fino a un passo dalla fine e ritorno attraverso i messaggi che la moglie inviava agli amici su Whatsapp. Cominciavano, tutti, con un «Eccomi!». E questa parola racchiude tutta la disponibilità, l’attesa, la fedeltà e la speranza che hanno caratterizzato questa vicenda.
Questa vicenda, e il libro, pare abbiano interessato anche papa Francesco. Settimane fa, Simone, nipote dell'ingegnere Alberto, riesce ad avvicinarsi al Santo Padre, porgendogli una copia del volume. Jorge Mario Bergoglio si ferma, sorride, e si fa spiegare il contenuto. Dopo qualche giorno nel messaggio del Pontefice al Meeting di Rimini, organizzato dal Movimento di Cl di cui la famiglia dell’autore fa parte, si legge: «Mentre ha imposto il distanziamento fisico, la pandemia ha rimesso al centro la persona, l’io di ciascuno, provocando in molti casi un risveglio delle domande fondamentali sul significato dell’esistenza e sull’utilità del vivere che da troppo tempo erano sopite o peggio censurate. E ha suscitato anche il senso di una responsabilità personale. Tanti lo hanno testimoniato in diverse situazioni. Davanti alla malattia e al dolore, di fronte all’emergere di un bisogno, molte persone non si sono tirate indietro e hanno detto: “Eccomi”». Forse non si tratta soltanto di una coincidenza.