Lavorare insieme. Nel senso di condividere lo stesso spazio fisico, in modo temporaneo, coordinando gli orari e gli impegni. Così, si dividono l'affitto e le bollette di luce e gas, le spese dei vari servizi, scrivania, telefono, stampante, fax, collegamento a Internet.... Si chiama coworking (lavorare insieme) ed è una pratica molto diffusa all'estero, in primis negli Stati Uniti (dove questa formula di lavoro ha avuto origine). In tempi di crisi e di necessità di risparmio, anche in Italia sta prendendo sempre più piede, in modo ancora silenzioso.
Come funziona? Persone che svolgono professioni differenti occupano una scrivania, una postazione, una parte di un ufficio, di un open space con una tariffa oraria, settimanale o mensile, che permette loro di usufruire di tutti i servizi messi a disposizione, le attrezzature, anche gli spazi di cucina, se sono previsti, le sale relax, le attività di formazione e socializzazione.
Il coworking è una formula particolarmente adatta ai free-lance, a chi svolge un lavoro indipendente, ai giovani che iniziano un'attività e non possono permettersi grandi investimenti in locali e strutture. Oltre al risparmio, presenta un altro vantaggio: uscire dall'isolamento sociale che spesso minaccia chi lavora da solo in casa, fra le pareti domestiche, senza stimoli esterni. A parlare delle caratteristiche e dei vantaggi del coworking è un articolo uscito sull'ultimo numero di Vita e pensiero, il bimestrale culturale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, firmato dalla sociologa e ricercatrice Ivana Pais.