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mercoledì 22 gennaio 2025
 
 

Creativi senza fantasia

17/01/2011  Pubblicità invase da corpi femminili? Un gruppo di donne giovani e ironiche le mette alla berlina, con un video diverso ogni settimana, per il pubblico di Internet.

    Il corpo delle donne vale per pubblicizzare tutto, dalle creme alle automobili alle navi veloci? E allora una casa di produzione femminile, Non Chiederci La Parola, mette alla berlina questa mancanza di fantasia dei pubblicitari con un progetto chiamato La Réclame: una serie di video, uno diverso ogni settimana, trasmessi sulla rete per smitizzare, con ironia, senza rabbie, i meccanismi pubblicitari che invadono strade e schermi con corpi buoni per ogni prodotto.

    "Siamo una generazione che è venuta dopo le femministe", racconta Cristina Sivieri Tagliabue, giornalista e scrittrice, fondatrice di questa casa di produzione video che vuole raccontare il mondo attraverso gli occhi delle donne. "Le ringraziamo per le loro lotte, ma forse noi abbiamo un po' di leggerezza in più. Per il progetto La Réclame abbiamo scelto il tono ironico perché non volevamo essere considerate lamentose. Non lo siamo, non siamo vendicative o arrabbiate, però abbiamo voluto divertirci sulle cadute di stile dei pubblicitari, mostrare le loro débacle anche professionali, quando finiscono per usare come scorciatoio il corpo femminile in contesti che non c'entrano nulla".

    Nel 2010 Non Chiederci La Parola ha vinto il bando della Fondazione Cariplo per la creatività giovanile, e uno dei progetti realizzati grazie anche a questo contributo è proprio La Réclame, che Cristina Tagliabue e colleghe hanno scelto di presentare in Senato il 19 gennaio, alla presenza di donne delle istituzione come Emma Marcegaglia, Susanna Camusso, Maria Ida Germontani, Anna Finocchiaro e altre.

    "Vorremmo far sorridere donne e uomini, creare un pubblico che su Internet si passi la parola e aspetti il nostro video settimanale quasi come un cult", spiega ancora Cristina Sivieri Tagliabue. "L'obiettivo vero è poi sensibilizzare le persone alla lettura della pubblicità, dare strumenti per elaborare immagini che ci condizionano ogni giorno e ci fanno male, mettendoci sempre a confronto con termini di paragone irraggiungibili. Nel mondo della pubblicità, sono molto pochi gli art director donna; tante scelte vengono fatte da occhi maschili, che non vivono la sensibilità femminile. Noi vogliamo offrire uno sguardo femminile, uno strumento intelligente per elaborare queste immagini e riderci sopra".

    D'ora in poi, ogni settimana un nuovo video di pochi minuti metterà in Internet (nel sito www.nonchiedercilaparola.com) un esempio di pubblicità che usa in modo arbitrario il corpo femminile, spiegandola e analizzandola in maniera  distaccata e umoristica. La casa di produzione invita inoltre a segnalarle direttamente nuovi casi di queste "réclame improprie", scrivendo a info@nonchiedercilaparola.com. Stanno pensando anche a una versione inglese del format, perché il fenomeno è internazionale. Finché i creativi per eccellenza non dimostreranno maggiore fantasia, può toccare al pubblico sbizzarrirsi nel mostrarne, creativamente, i limiti.

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