Il Corno d’Africa è in ginocchio. In Etiopia, Kenya e Somalia a causa di una siccità che non dà tregua da ormai 10 anni, le colture sono bruciate, interi greggi muoiono e i prezzi dei prodotti alimentari salgono alle stelle. Senza cibo e denaro le famiglie sono costrette a ridurre i pasti o a saltarli del tutto. Le conseguenze della mancanza di cibo sono gravissime: attualmente circa il 40% della popolazione in questi paesi è denutrita. Milioni di persone abbandonano i villaggi in cerca di fonti di acqua e di cibo, le carcasse del bestiame sparse sul territorio contaminano la poca acqua ancora disponibile e favoriscono la diffusione di malattie come diarrea e colera. In una situazione di emergenza come questa sono i bambini a pagare il prezzo più alto. Entro la fine dell'anno, solo in Somalia, saranno 1 milione i bambini gravemente malnutriti che rischieranno di non sopravvivere.
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Uno di questi bambini si chiama Ali, a sua madre Juwayria non è rimasto più niente per nutrirlo.
La storia di Juwayria e del piccolo Ali
Juwayria è una mamma di 10 figli, vive in Puntland, una delle regioni somale più colpite dalla siccità. Per mantenere la sua famiglia ha sempre allevato il bestiame. A causa dei lunghi periodi senza piogge, le coltivazioni sono bruciate e i suoi animali hanno cominciato a morire.
Una mattina come le altre Juwayria esce di casa per occuparsi delle poche capre che le sono rimaste, ma le trova a terra ormai morte.
É l’inizio della fine. In quel momento capisce di aver perso tutto e che nulla sarebbe tornato come prima. Non ha quasi più niente per sfamare la sua famiglia, nei giorni più fortunati lei e i suoi figli riescono a mangiare un po’ di pane al mattino e un pugno di riso la sera.
Senza cibo a sufficienza Ali, l’ultimo nato, si ammala. Ha solo 15 mesi, è piccolo e vulnerabile. Juwayria è molto preoccupata per lui, è magrissimo, consumato dalla fame, dal vomito e dalla diarrea costante. Con il piccolo in braccio si incammina sotto il sole rovente in cerca di aiuto. Fortunatamente proprio vicino al villaggio di Juwayria è presente la clinica di Save the Children, l’organizzazione indipendente che dal 1919 lotta per garantire ai bambini un futuro migliore. Mamma e figlio riescono ad arrivare alla clinica appena in tempo. Quando gli operatori di Save the Children visitano Ali si accorgono subito che le sue condizioni sono molto gravi e che non c’è un minuto da perdere. Pesa solo 6 chili e mezzo, la metà di quanto dovrebbe pesare un bambino della sua età, ed è gravemente malnutrito. Per salvargli la vita gli somministrano antibiotici e un trattamento a base di latte terapeutico arricchito con vitamine e sali minerali.
Dopo 4 giorni di cure Ali sta meglio. Pesa quasi 7 chili e gli antibiotici hanno bloccato il vomito e la diarrea. C’è ancora molta strada da fare affinché guarisca definitivamente, ma non è più in pericolo di vita. Non appena sarà in forze potrà tornare a casa dove Save the Children proseguirà l’intervento fornendo a lui e alla sua famiglia il cibo necessario al loro sostentamento.
“Eravamo in queste condizioni ormai da 3 anni. Se Save the Children non ci avesse aiutato non saremmo sopravvissuti”, ci ha detto Juwayria.
Ali ce l’ha fatta ma ci sono ancora tanti bambini che hanno bisogno di assistenza immediata. A causa delle terribili condizioni in cui sono costretti a vivere 144 milioni bambini nel mondo soffrono di malnutrizione. Nonostante questa malattia sia prevenibile e curabile, ogni anno, più di 2 milioni di bambini malnutriti non sopravvivono.
La clinica dove Ali ha ricevuto le cure è stata creata da Save the Children grazie alle donazioni di persone generose che hanno scelto di aiutare i bambini e restituire loro il futuro a cui hanno diritto. Ogni contributo, anche il più modesto, è importante e può fare la differenza tra la vita e la morte per tanti bambini.
Chiunque può contribuire e aiutare Save the Children a salvare tante piccole vite. Ad esempio, con una donazione di 9€ al mese è possibile salvare la vita a tanti bambini gravemente malnutriti, assicurando loro trattamenti a base di cibo terapeutico e medicine.
L’intervento di Save the Children in Somalia nel 2020
Per mitigare l’impatto degli shock climatici e dell’insicurezza alimentare nell’ultimo anno Save the Children ha fornito aiuti economici a oltre 423.000 persone e dedicato particolare attenzione alla prevenzione e alla cura della malnutrizione, soprattutto nei bambini sotto i 5 anni.
Da gennaio a oggi le cliniche mobili di Save the Children hanno fornito assistenza sanitaria a oltre 305.000 persone con servizi di salute materno-infantile, programmi di immunizzazione e supporto psicosociale. Nel Paese inoltre l’Organizzazione ha realizzato sessioni di sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche, ha costruito latrine e nuovi pozzi per fornire acqua potabile alle comunità, raggiungendo oltre 123.000 persone. Dal 2020 i programmi esistenti sono stati integrati con attività mirate in risposta all’emergenza COVID-19.