Col tempo è diventato un classico: nel cuore dell'estate, il Meeting per l'amicizia tra i popoli convoca a Rimini esperti, intellettuali e politici per riflettere sui temi più scottanti e d'attualità d'ordine sociale, culturale, politico e ed economico. Quest'anno l'evento è giunto alla sua 36a edizione. Tra il 20 e il 26 agosto sono previsti oktre 100 incontri e tavole rotonde, 12 esposizioni e 23 spettacoli. Tra le presenze annunciate, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, i ministri Gentiloni, Padoan,
Delrio, Poletti, Martina. A rappresentare le amministrazioni locali Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci (Aassociazione nazionale comuni italiani) e
il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Poi il mondo
dell'imprenditoria con gli amministratori delegati delle principali aziende italiane e tanti
rappresentanti del mondo del lavoro. Tra le figure ecclesiastiche di spicco: il cardinale francese Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Conisglio per il dialogo interreligioso e monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, e il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.
«Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei
pieno?». E' un verso di Mario Luzi a dare il titolo a questo Meeting per l’amicizia fra i popoli. Come il poeta, assicurano gli organizzatori, il Meeting vuole interpellare il cuore dell’uomo, scoprendo in esso
l’esperienza di una mancanza che, con la sua forza travolgente, come
l’acqua che fuoriesce da una diga che si rompe, lo inonda. Ma qual è
l’origine di questa mancanza? Da dove viene? E’ un difetto o può essere
una risorsa? Non affrontare queste domande produce un
impoverimento della persona. L’arte, la musica, la poesia, espressioni cui il Meeting
di quest’anno pone particolare attenzione, rappresentano da sempre la
testimonianza di quella irriducibile mancanza che alberga nel cuore
dell’uomo, ma al tempo stesso esprimono quel grido e quella scintilla di
nostalgia capaci di suscitare il desiderio dell’eterno.
A quanti organizzano e partecipano al Meeting si sono
rivolti papa Francesco e il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella. «Il dramma di oggi consiste nel pericolo
incombente della negazione dell’identità e della dignità della persona
umana. Una preoccupante colonizzazione ideologica riduce la percezione
dei bisogni autentici del cuore per offrire risposte limitate che non
considerano l’ampiezza della ricerca di amore, verità, bellezza,
giustizia che è in ciascuno. Tutti siamo figli di questo tempo e subiamo
l’influsso di una mentalità che offre nuovi valori e opportunità, ma
può anche condizionare, limitare e guastare il cuore con proposte
alienanti che spengono la sete di Dio», ha scritto il segretario di Stato
vaticano, cardinale Pietro Parolin, nel messaggio inviato a nome di
papa Bergoglio al Meeting per l’amicizia fra i popoli, invitando ad «andare incontro a tutti sostenuti dal
desiderio di proporre con forza, bellezza e semplicità la buona notizia
dell’amore di Dio». «Con il tema di
quest’anno - continua il messaggio del Papa - il Meeting può cooperare a
un compito essenziale della Chiesa, cioè ‘non consentire che qualcuno
si accontenti di poco, ma che possa dire pienamente: "Non vivo più io, ma
Cristo vive in me"». «Qui - conclude il segretario di Stato - sta il
contributo che la fede cristiana offre a tutti e che il Meeting può
testimoniare innanzitutto con la vita delle persone che lo realizzano».
«Il terrorismo, alimentato anche da
fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando d’introdurre nel
Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra
mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla. Sta a noi prosciugare
l’odio, far crescere la fiducia e la cooperazione, mostrare i vantaggi
della pace», ha scritto dal canto suo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «L’umanità che mostreremo nell’accogliere i profughi
disperati, l’intelligenza con cui affronteremo i fenomeni migratori, la
fermezza con cui combatteremo i trafficanti di esseri umani - prosegue -
saranno il modo con il quale mostreremo al mondo la qualità della vita
democratica». Nel testo, il Capo dello Stato rileva che «la nostra società, dopo una lunga crisi
economica, che ha lasciato ferite così profonde, avverte ancor di più
l’esigenza di valori e di percorsi ispirati a ideali sinceri. E ha
bisogno di testimoni credibili, che conducano la loro azione con
coerenza e moralità, rompendo l’ara grigia dell’opportunismo, che
purtroppo sfocia spesso nella corruzione, germe distruttivo della
società civile».
Il «rischio di chiusure settarie, o di
tentazioni fondamentaliste» che è «sempre in agguato», come dimostra
“attorno a noi il riemergere di populismi e nazionalismi», prosegue
Mattarella. «Ebbene la risposta viene offerta da tante testimonianze di
moralità, di solidarietà, d’impresa responsabile, di governo dei
conflitti, di ricostruzione del diritto laddove la sua rete è stata
lacerata». «Personalismo e solidarietà, valori che si trovano alla base
della nostra Costituzione, hanno bisogno - aggiunge - di essere
continuamente realizzati. E chi lo fa con generosità, accresce anche gli
anticorpi per affrontare le difficoltà che si presentano nelle diverse
stagioni».