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lunedì 07 ottobre 2024
 
Ravenna Festival
 

Cristina Muti: Dante? Un fantastico cantastorie

04/06/2015  La direttrice del Ravenna Festival illustra il tema della nuova edizione, richissima come sempre e dedicata al sommo poeta nel 750° anniversario della morte.

Riccardo Muti dirige la Cherubini.
Riccardo Muti dirige la Cherubini.

Dante e Ravenna: un legame che si rinnova. Il Ravennafestival, una delle più qualificate rassegne musicali italiane, non poteva che dedicare questa edizione 2015 (4 giugno – 27 luglio) al Sommo poeta, che nacque 750 anni fa ed a Ravenna visse i suoi ultimi anni di esilio e vi morì.

Lo splendido omaggio è anche l’inizio di un “lungo percorso settennale, che porterà alle celebrazioni nel 2021 del VII Centenario della morte del Poeta”, come ricorda Cristina Mazzavillani Muti, moglie del direttore Riccardo e anima di un festival che compie 26 anni. Un festival ricchissimo, “trasversale” come si usa dire oggi, visto che ospita anche espressioni della musica non colta, come la serata con Roberto Vecchioni o un concerto con le sigle della Tv italiana. Ma che alla grande musica, al balletto e all’opera offre il più grande spazio.

“L’amor che muove il sole e l’altre stelle” non è solo il verso che chiude la Divina Commedia, ma è il titolo della rassegna 2015 e di una nuova video opera di Adriano Guarnieri, in scena il 5 di giugno con la regia della stessa Cristina Muti: “Credo che la ragione dell’attualità di Dante e del suo essere ispiratore di nuove opere si riassuma in due espressioni, che rubo al cardinal Ravasi: Dante è astratto e sa dipingere le parole. E’ anche il criterio che ho usato nella mia regia: quello di dipingere le parole di Dante. Ecco perché chiunque può ispirarsi a Dante: perché sa penetrare nelle verità più sublimi e misteriose, ma usa poi un linguaggio semplice, teatrale per raccontarle. E’ un cantastorie. Ci sono geni del resto che vivono del divino: Dante, Bach, Michelangelo. Lui di fronte al Divino volge la testa e torna indietro a raccontarlo all’uomo”.

Dante è anche vicino a Ravenna: “Studiandolo e pensando a questo lungo percorso ci siamo resi conto di quanto Dante abbia amato Ravenna, che è stata davvero la sua selva oscura. Non per nulla il festival inizierà con l’immagine di una selva oscura, e con la voce di Gabriele Lavia che legge l’ultimo canto del Paradiso”. 

Una scena del "Falstaff".
Una scena del "Falstaff".

Oltre a Guarnieri anche Nicola Piovani, premio Oscar per le musiche di La vita è bella, ha ricevuto dal Festival la commissione per una cantata dal titolo La vita nova: “Per raccontare in musica l’emozione che può ancora dare a un uomo del terzo millennio la lettura del capolavoro giovanile dantesco”, secondo le sue parole.

Ma due altri appuntamenti fissi contraddistinguono la manifestazione che propone una cinquantina di spettacoli:
la presenza di Riccardo Muti e le Liturgie domenicali (da domenica 7 giugno a domenica 28, in San Francesco, Sant’Agata Maggiore e San Vitale). “Riccardo Muti”, spiega la moglie, “ha voluto avviare quest’anno un’Accademia per i giovani direttori. Ed ha pensato di farlo dove si sente in famiglia, cioè qui a Ravenna. Ha scelto Falstaff che rappresenta la somma del genio di Verdi, di quello di Shakespeare e di quello di Boito. Dirigerà Falstaff e lo porterà in scena, ma lavorerà anche con giovani selezionatissimi per formarli a partire dal capolavoro di Verdi”.

E le liturgie? “Abbiamo Basiliche a Ravenna che non hanno bisogno di essere celebrate. Il Festival si limita ad abbellire le messe domenicali con la musica.
E poiché il tema ispiratore è Dante, quest’anno le musiche saranno del tempo di Dante. Un contributo filologico e religioso al tempo stesso”.

 
 
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