Elisabeth Carey, una ragazzina di 12 anni che frequenta la scuola pubblica a Fremont, in Nebraska, è stata formalmente avvertita dal preside che non può portare al collo una collana col crocefisso perché fa venire in mente il rosario. Il motivo del divieto sta nel fatto che diverse gang di strada, dal Nebraska all’Oregon, dal Texas all’Arizona hanno adottato il crocefisso come segno di riconoscimento.
La notizia, divulgata con la rapidità di un fulmine, ha scatenato saette contro il preside Steve Sexton, che però non demorde. Alle rimostranze del cancelliere dell’arcidiocesi di Omhaa, Joseph Tamhom, che ha ricordato come i cristiani non devono essere penalizzati col divieto di portare il simbolo dell’amore di Cristo perché qualcuno ne fa un uso improprio, il preside si e’ appellato alla sicurezza...
“La polizia – ha rivelato Sexton – ci ha informati del fatto che il crocefisso è segno di riconoscimento di una gang che opera in zona. Mi spiace che la mia decisione sia stata manipolata al punto da diventare un problema di religione, mentre l’ intenzione è esclusivamente quella di creare un ambiente sicuro per gli allievi”.
Anche l’American Civil Liberties Union è scesa in campo contro il divieto. "Il bando imposto a Elisabeth Carey – ha spiegato il direttore legale dell’associazione Amy Miller – viola il primo emendamento della Costituzione, quello che concede a ogni cittadino il diritto a esprimere il proprio credo religioso. Noi comprendiamo - ha poi aggiunto Amy Miller – la preoccupazione della scuola, ma prima di violare la Costituzione la presidenza doveva constatare se l’allieva ha un collegamento diretto con la gang”.
Dai microfoni di una televisione locale Elisabeth Carey ha spiegato di non sapere neppure cos’è una gang: “Voglio portare il mio crocefisso al collo, non voglio abbandonare la mia religione. Ho dei diritti e li farò prevalere. Per adesso sono solo tanto arrabbiata che mi metterei a gridare”.