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giovedì 12 settembre 2024
 
RIFORMA CSM
 

Csm, Draghi: "No voti di fiducia, soluzioni condivise in Parlamento. Faremo in tempo per il nuovo Consiglio"

11/02/2022  Esce approvata all'unanimità dal Consiglio dei ministri la bozza di riforma dell'ordinamento giudiziario, ma sono ancora diversi i punti su cui le forze politiche la vedono in modi diversi

Niente fiducia, la bozza di riforma dell’ordinamento giudiziario uscita approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri l’11 novembre 2022 proseguirà la sua strada in Parlamento con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa in tempo per la prossima elezione del Consiglio superiore della magistratura. Lo hanno detto il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenuti in conferenza stampa con il ministro dell’Economia Franco: «C'è la consapevolezza», ha detto Draghi, «della necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche: niente tentativi di porre la fiducia, ci vuole un accordo, ci vuole condivisione. È un provvedimento di portata tale da necessitare questa apertura e questo rispetto del Parlamento. C'è stato l'impegno corale di tutti i ministri a sostenere la riforma con i propri partiti».

«Permangono differenze su alcuni punti», ha spiegato la ministra Cartabia, «è stato possibile modificare molto marginalmente il testo con un accordo da parte di tutti. Però, a fronte di queste differenze, c'è l'impegno corale a superarle, la grande disponibilità a raggiungere un testo concordato in tempi utili per l'elezione del Csm». Per quanto riguarda questi tempi ha chiarito che, grazie a una norma transitoria, i quattro mesi normalmente necessari per la presentazione delle liste potranno essere ridotti a 30 giorni dall’approvazione della nuova legge elettorale. Trattandosi poi di emendamenti a un Ddl delega già incardinato in Parlamento, è previsto che si arrivi in aula alla Camera già a fine marzo: «Se non ci sono intoppi dovremmo farcela senza proroghe», in tempo per la scadenza del Consiglio superiore in carica.

Se l’obiettivo di arginare nuovi casi Palamara trova unanimità di vedute in Parlamento, con: «Condivisione assoluta sui nodi della disciplina vigente su cui intervenire, per esempio le cosiddette "Porte girevoli" (espressione che designa un troppo disinvolto passaggio dalla magistratura alla politica e rientro ndr.)», ha spiegato la ministra, «permangono differenze da aggiustare in Parlamento riguardo alla gradazione delle misure da applicare al rientro dei magistrati dopo incarichi di governo o tecnici e dopo cariche elettive. Per quanto riguarda gli incarichi tecnici l’orientamento è che «il divieto di rientro in magistratura valga anche per loro se l’incarico dura almeno un anno».

«La riforma del Csm», ha ribadito Cartabia, «era ineludibile per l’imminente scadenza del Consiglio attualmente in carica, che si dovrà rinnovare a luglio, ma anche per stare a fianco della magistratura in questo percorso di rinnovamento e di recupero di fiducia e credibilità su cui ancora pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha fatto un richiamo importante. Era dovuta ai tantissimi magistrati che lavorano quotidianamente silenziosamente fuori da ogni esposizione, e ai cittadini che hanno diritto di recuperare piena fiducia nella nostra magistratura», ha aggiunto.

«Nel corso dell'estate abbiamo approvato due leggi delega, per la riforma del sistema penale e civile. Stiamo già lavorando ai decreti legislativi di attuazione. Abbiamo un impegno con l'Europa per portarli a termine entrambi entro la fine dell'anno. Confido che possiamo anticipare i tempi soprattutto sul penale».

A chi ha chiesto se si attendesse “reazioni avverse” da parte della magistratura, riguardo ai contenuti della riforma, la Guardasigilli ha risposto che si tratta di una: «riforma frutto di un confronto e di un dialogo che ha coinvolto magistratura, esigente nei confronti dei giudici ma che risponde a una esigenza della magistratura di essere più severa con sé stessa, perché questo bisogno di credibilità proviene soprattutto dall’interno».

Quanto al merito della riforma, Cartabia ha accennato velocemente ad alcuni temi temi toccati: «Si è intervenuti sul sistema elettorale dei magistrati in Consiglio superiore, si è riscritto capitolo “Porte girevoli”, sono state modificate le modalità di nomina del Csm, per evitare nomine a pacchetto (il meccanismo che fa sì che la discussione contemporanea di più ruoli apicali di magistrati in Tribunali e procure possa dar luogo a spartizioni: “uno a me uno a te”. L’idea per contrastare è di trattare le singole nomine in rigoroso ordine cronologico di scadenza, ndr.), poi altri temi come valutazioni di professionalità, concorso per l’accesso alla magistratura, magistrati “fuori ruolo”».

 
 
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