La svolta è di papa Wojtyla, Popestar, il Papa mediatico, che guardava l’occhio della telecamera e le posizioni dei fotografi, e andava incontro alla folla tenendo il passo delle immagini. Secondo la complicata semantica della Santa Sede, si chiama“rescritto”, cioè un atto amministrativo che proviene dalla sua autorità.
È il 22 ottobre 1983 e cambia il rapporto tra il Papa e la televisione. Nasce il Centro televisivo vaticano, che tutti ormai conoscono come Ctv. Ha trasformato la parola in immagine e Wojtyla e il suo pontificato in lunga narrazione sine die. Il Papa polacco aveva capito che la potenza delle immagini si sarebbe imposta sulla storia negativa, come avvenne per il logo di Solidarnosc.Fino ad allora il monopolio era della Rai e il Pontefice era ripreso sempre praticamente alla finestra nell’ufficialità di un’icona perfetta. Giovanni Paolo II spezza il monopolio e impone una diversa narrazione audiovisiva anche all’ufficialità dei Pontefici.
L’apice, anzi il traguardo centrato dopo un lungo cammino, è l’uscita di
scena di Benedetto XVI, la diretta televisiva della sua partenza dal
Vaticano verso la villa di Castelgandolfo: un racconto compiuto ed
eccezionale, con tratti cinematografici unici, inventato dalla genialità
del direttore monsignor Dario Edoardo Viganò, 18 telecamere più una sull’elicottero e quattro regie a coordinare lo storico evento. La galoppata del Ctv, tra innovazioni concettuali e innovazioni tecnologiche, la racconta il volume Telecamere su San Pietro appena
pubblicato da Vita e Pensiero,le edizioni dell’Università
Cattolica.Serve per dimostrare ancora una volta che la Chiesa non ha
paura dei media e si adatta alle svolte della tecnologia anche nel suo
magistero, come dimostrano la fiducia accordata a Marconi e i
radiomessaggi di Pio XII, nuovo genere di magistero pontificio.
Wojtyla non si sottrae a imboccare un nuovo bivio e mette il magistero
dentro la rivoluzione televisiva. Da trent’anni il Ctv è sulla trincea
di quella che gli esperti chiamano media backbone, la spina dorsale
mediatica. All’inizio il Ctv è una struttura leggera, che documenta e
archivia. Oggi, trent’anni dopo,nei primi mesi di pontificato di
Francesco il Ctv ha avuto 1.591 richieste di news, cioè di pochi minuti di immagini esclusive di Bergoglio.
Era
quello che esattamente voleva papa Wojtyla, che nel rescritto del 1983
motivava la nascita del Centro televisivo vaticano con la necessità di
«un’azione più efficace della Chiesa per quanto riguarda le
comunicazioni sociali, specialmente quelle audiovisive». L’esordio
era avvenuto pochi mesi prima con un documentario sul viaggio di
Giovanni Paolo II a Lourdes ideato da Fiorenzo Tagliabue e scritto dal
vaticanista del Corriere della Sera, Luigi Accattoli. A quel primo
documentario seguono reportage che oggi restano punti imprescindibili
del racconto del pontificato geografico di Wojtyla, sintesi delle
catechesi del mercoledì, servizi sui Musei Vaticani, distribuiti in
cassette e trasmessi poi da network e agenzie televisive di tutto il
mondo.
La prima diretta è la benedizione di Pasqua del 1984, trasmessa via satellite anche negli Stati Uniti.
Ma è l’attività parallela di archivio la forza straordinaria del Ctv.
Monsignor Patrick Foley, il vescovo americano primo presidente,
acquisisce immagini sugli anni di Wojtyla in Polonia, cataloga e
conserva nastri di un archivio che adesso sta per essere totalmente
digitalizzato.La prima trasmissione in mondovisione è la visita di
Mikhail Gorbaciov a Giovanni Paolo II.
È un altro cambio di passo e il Ctv diventa una vera e propria agenzia di informazione televisiva del Vaticano. Sono
gli anni della direzione di Emilio Rossi, che era stato direttore
delTg1, degli accordi con i network televisivi cattolici e laici
mondiali, con le agenzie di stampa internazionali. Nel 2000 sei
telecamere in diretta testimoniano l’apertura della Porta Santa con la
regia di Ermanno Olmi, altro annodi svolta. Il Giubileo significa 620ore
di diretta e 1.300 servizi di news venduti alle Tv di tutto il mondo.
Padre
Federico Lombardi continua l’opera e punta sul digitale, rafforza la
collaborazione con gli Stati Uniti e l’America latina e compera la regia
mobile in Hd, prima televisione a farlo, con la quale coordina 100
ore di diretta ininterrotte sull’omaggio alla salma di Giovanni Paolo
II.L’aggiornamento da allora è continuo e il Ctv ora va verso l’ultra
Hd, definizioni impressionanti di immagini, telecameretapeless,
cioè senza cassette e la registrazione in 4K, con definizione a livello
cinematografico, fino alla regia in 3D, che sarà sperimentata in
occasione della canonizzazione di Roncalli e Wojtyla in collaborazione
con Sky, sulla cui piattaforma sarà trasmessa.