Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 12 settembre 2024
 
Giustizia
 

Cucchi: prendete il picchiatore

03/11/2014  Al di là di sentenze e assoluzioni c'è un solo bisogno assoluto: scovare il picchiatore omicida responsabile della morte di Stefano Cucchi.

Ora che il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, si è detto disponibile a riaprire le indagini sul "caso Cucchi" nel caso che emergano "elementi nuovi", possiamo provare a descrivere la nostra sensazione di italiani qualunque nei primi momenti dopo la sentenza che ha mandato assolti i sei medici, i tre infermieri e i tre agenti della polizia penitenziaria che erano sotto processo: il soffocante disgusto di vivere in un Paese e in uno Stato che permette cose come queste.

Ovviamente non è l'assoluzione degli imputati che preoccupa. Cinque medici su sei erano stati condannati in primo grado per omicidio colposo (assolti gli altri), ora tutti sono stati prosciolti perché "il fatto non sussiste", la vecchia "insufficienza di prove". Non è questo a scandalizzare: le sentenze si rispettano, e questo hanno deciso i giudici dopo aver studiato gli atti.

Quello che disgusta è che un ragazzo possa morire in quel modo, pestato come succedeva solo nei Gulag sovietici o nelle carceri delle dittature sudamericane, e che si possa anche solo pensare di uscirne senza sapere come sono andate le cose. Perché è chiaro che da qualche parte, nei meandri dello Stato, si nasconde un omicida, come minimo un sadico picchiatore, e che questo qualcuno la sta facendo franca. E l'avrebbe fatta franca fin dal principio se la dolorosa ostinazione della famiglia Cucchi non avesse portato le cose almeno fino a questo punto.

Altra ragione di digusto: perché questi fatti capitano quasi sempre a ragazzi più o meno in difficoltà? Prima di Cucchi i casi sono stati frequenti, basta scorrere le cronache, e conta poco che in diversi casi c'entrasse la droga. Se fosse per questo, i casi di violenza dovrebbero riguardare soprattutto i grandi spacciatori. E invece no. Così come non toccano mai i grandi ladroni, privati o di Stato, o i mafiosi conclamati. Solo ragazzi facili da pestare.

Resta una sola speranza: che anche gli inquirenti e la magistratura trovino inaccettabile quel che pare inaccettabile a noi e scovino i picchiatori nascosti. Altro non c'è da fare. Non sono le assoluzioni a impaurire noi cittadini qualunque, ma la fin troppo scoperta tentazione di molti a scopare l'immondizia sotto il tappeto.

Multimedia
La battaglia di Ilaria: «Mio fratello, morto d'ingiustizia, abbia giustizia»
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo