“I miei compagni mi odiavano. Mi insultavano per il mio aspetto fisico e perché ero brava a scuola. Oltre ai post offensivi su Facebook, una volta hanno anche tentato di buttarmi sotto un autobus”. Inizia così la storia di Flavia, che oggi è una studentessa universitaria e sorride alla vita. Quando era al liceo, è stata il bersaglio preferito di un gruppo di bulli. La sua unica colpa, se di colpa si può parlare, era frequentare gli scout, avere un buon rendimento scolastico e qualche chilo in più, quel tanto che ha fatto sentire qualcuno autorizzato a perseguitarla sui social, dandole della “cicciona”. Ma la ragazza non si è lasciata scoraggiare e ha trovato la forza di denunciare i maltrattamenti. La sua storia è diventata virale e ha incoraggiato tanti ragazzi che hanno vissuto il suo dramma, a venire allo scoperto.
Analoga alla storia di Flavia è quella di David, un ragazzo vittima di un odio ingiustificato da parte dei suoi coetanei. “Mi consideravano diverso. Pur essendomi chiesto tante volte il motivo, non l'ho mai capito”. David è uscito vincente da quella spirale di violenza, soprattutto grazie alla sua famiglia. Ora è più forte di prima e dalla sua esperienza ha trovato lo spunto per scrivere un cortometraggio, “La stagione ritrovata”, ispirato ai tanti fatti di cronaca sul cyberbullismo. Il video è stato presentato venerdì 3 novembre all'Auditorium Parco della Musica, dove si è svolta l'inaugurazione di #cuoriconnessi2, la nuova campagna di sensibilizzazione sull'uso consapevole e responsabile del web, organizzata da Unieuro in collaborazione con la Polizia di Stato.
L'evento è stato accolto da una folla di ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, 1.200 in tutto, accompagnati da insegnanti, genitori e professionisti del mondo della scuola. L'iniziativa, che nelle passate edizioni ha coinvolto oltre 20mila studenti, è strutturata in numerosi progetti di prevenzione da parte della Polizia Postale e delle Comunicazioni e prevede molti momenti di interazione con gli studenti.
Messaggi, immagini e video caricati in rete, si diffondono in maniera incontrollata e restano presenti nel web per sempre. A volte sono brave persone a vederli, altre volte finiscono sotto gli sguardi sbagliati, creando problematiche che in alcuni casi possono avere risvolti drammatici nella vita dei ragazzi. Grazie alla campagna #cuori connessi, nelle scuole sono aumentate le denunce e le segnalazioni da parte dei minori nei confronti dei coetanei per i soprusi subiti.
“La strada non deve essere quella del divieto” ha dichiarato il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, presente all'evento insieme al Ministro dell'Interno Matteo Salvini “Ma quella della prevenzione. Come sulle strade, a fronte dei tanti incidenti che ci sono ogni giorno: non vogliamo impedire la circolazione ma insegnare un corretto stile di guida”.
Secondo i dati forniti dalla Polizia di Stato, sono oltre 290 i casi di cyberbullismo denunciati alle autorità nei primi dieci mesi del 2018, 69 i minorenni segnalati all'Autorità Giudiziaria per aver diffuso immagini pedopornografiche, 37 i minori per ricatti sessuali e, infine, 164 per aver vessato, diffamato e molestato i coetanei attraverso i social.
#cuori connessi si rivolge non solo a chi ha subito e continua a subire il bullismo, in tutte le sue forme, ma anche a chi assiste omertosamente a questi episodi senza tendere una mano.
"Quella in cui i ragazzi vivono è una società completamente immersa nella rete” -. ha concluso la Direttrice della Polizia Postale, Nunzia Ciardi - Oltre il 90% degli under 30 sono perennemente connessi. Di fronte a questi numeri emergono i rischi inevitabili che noi cerchiamo di contenere con la nostra opera di prevenzione. Andare nelle scuole non rientra nel dna di una forza di polizia, eppure noi crediamo moltissimo in questi progetti".