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sabato 26 aprile 2025
 
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"Cuori ribelli", il programma sanitario che salva i bimbi dell'Africa dalle cardiomiopatie

12/06/2023  Promosso dall'organizzazione non profit Una voce per Padre Pio, il progetto ha come obiettivo quello di trasportare in Italia per operarli i minori affetti da malattie cardiache congenite, che nel continente africano costituiscono una delle prime cause di mortalità infantile. Settanta, solo quest'anno, i piccoli pazienti operati dall'équipe italiana guidata dal chirurgo pediatrico Guido Oppido

90% versus 85%: da un lato, la percentuale di bambini cardiopatici che in Africa non hanno accesso alle terapie chirurgiche; dall’altra, quella dei loro coetanei che nei Paesi ricchi vengono salvati grazie agli interventi. Sono queste le cifre antitetiche che muovono all’azione il progetto “Cuori ribelli”, il programma medico-sanitario realizzato dall’organizzazione non profit Una voce per Padre Pio volto a trasferire in Italia, per operarli, i minori con cardiomiopatie congenite provenienti da Costa d’Avorio, Camerun, Ghana e Kosovo.

«In Africa ancora oggi solo chi ha risorse economiche può ricevere assistenza, mentre le altre persone sono abbandonate a se stesse», ha detto Enzo Palumbo, presidente dell’associazione. «Vorremmo dare a tutti la possibilità di accedere alle cure. È un progetto molto ambizioso, ma noi crediamo nei miracoli: portiamo avanti la vocazione missionaria di Padre Pio». Nell’aprile 2022 la missione medica ha esaminato 150 bambine e bambini segnalati dai servizi locali in Costa d’Avorio (dove ogni anno sono rilevate oltre 5.000 cardiopatie congenite), individuando 75 casi urgenti non operabili sul posto. Quest’anno, invece, lo screening su 100 visitati ha rilevato 12 bambini incurabili e 86 operabili: sinora sono 70 i piccoli pazienti operati dall’équipe italiana del professor Guido Oppido, di cui 59 in Italia e 11 in Burkina Faso.

Se le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo (37%), circa il 65% di questi decessi avviene nei Paesi a basso e medio reddito, complici malnutrizione, scarsità di prevenzione, mancanza di centri medici specializzati e costo esorbitante delle cure. Secondo lo studio Cardiovascular diseases in Africa in the twenty-first century: gaps and priorities going forward, le difficoltà che si incontrano nel trattamento della cardiopatia congenita (al primo posto fra le cause di mortalità infantile) in Africa sono molteplici:

1) le diagnosi durante la gravidanza sono rarissime, a causa della limitata possibilità di effettuare uno screening prenatale (che permetterebbe, invece, di individuare la malattia precocemente e dunque di intervenire sul bimbo alla nascita);

2) le malattie cardiache congenite presentano sintomi tardivi, perciò se non vengono adeguatamente intercettate prima rischiano di compromettere la vita del piccolo;

3) la maggior parte dei bambini (90%) non ha accesso a cure mediche o chirurgiche appropriate, così che si registra un numero elevato di morti nel periodo neonatale e/o della prima infanzia;

4) le cause genetiche delle cardiopatie congenite in Africa sono attualmente ancora poco studiate, così come l’impatto dei fattori ambientali.

A questo si aggiunge il fatto che in Africa occidentale non esiste alcun centro di chirurgia cardiaca pediatrica, sebbene secondo l’Oms una struttura del genere sarebbe necessaria ovunque ogni 2 milioni di abitanti; un dato che fa riflettere, se si considera che in Europa c’è un centro ogni milione di abitanti, mentre in tutto il continente africano la stima è di uno ogni 50 milioni.

Sebbene lo scenario sembri desolante, non significa che non esistano vie per cambiare la situazione: stando allo studio citato, per migliorare il trattamento delle cardiopatie congenite bisognerebbe supportare la formazione e il mentorato di specialisti, incrementare la consapevolezza nella popolazione promuovendo screening prenatali e trattamenti specifici e aumentare i fondi per rafforzare i centri di chirurgia, attraverso l’aiuto di organizzazioni governative e non. Un punto, quest’ultimo, che anche Una voce per Padre Pio ha deciso di abbracciare lanciando la campagna solidale “Padre Pio Social Aide 2023”, con cui nei giorni scorsi ha invitato a donare un contributo per la causa tramite un sms oppure una telefonata da rete fissa al numero 45531. Il ricavato, che servirà principalmente a finanziare il trasferimento dei bimbi malati in Italia e i loro interventi, sarà poi utilizzato anche per fornire assistenza a famiglie italiane in condizioni di disagio, nell’ottica globale dell’associazione di fornire sostegno alle persone più fragili.

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