Frequento un centro yoga che, rispetto ad altre discipline più “sportive”, mi rilassa. Ieri sera mi hanno invitato a un incontro con un curandero brasiliano. Spinta dalla curiosità, sono andata. Mi sono ritrovata in un seminterrato pieno di persone e, dopo 30 minuti circa, sono arrivati quattro uomini (brasiliani) e una donna, italiana, con funzioni di traduttrice. Costei ha spiegato che il curandero opera per conto di una “entità” e ha parlato dell’importanza di seguire le sue prescrizioni. Sono seguiti accenni anche a malattie gravi come il cancro. A quel punto io, spinta da un’energia improvvisa, sono andata via immediatamente. In tarda serata, ho fatto delle ricerche e ho letto anche un estratto di una lettera del cardinale Ratzinger del 1999 e mi sembra che la sua posizione sul tema fosse molto netta. Chiedo quindi quale sia la posizione della Chiesa oggi verso queste terapie, in senso lato, “alternative”, e guaritori vari.
ALESSIA
Cara Alessia, la posizione della Chiesa è ben espressa dal Catechismo, in particolare nei numeri dal 2115 al 2117. Bisogna sempre stare attenti, perché talvolta dietro a certe terapie “alternative” ci sono presunti santoni o guaritori che intendono solo sfruttare la credulità della gente. In alcuni casi, inoltre, ci può essere l’invocazione di “potenze cattive”. L’esperienza che hai raccontato è significativa e hai fatto bene ad andartene al più presto. Ho peraltro diversi dubbi anche sullo yoga, che non è solo una pratica fisica, ma è strettamente legato alla religione induista. Mi limito a citare, in merito, una frase di papa Francesco: «Si possono fare mille corsi di catechesi, mille corsi di spiritualità, mille corsi di yoga, zen, ma solo lo Spirito Santo muove il tuo cuore per dire “Padre”».