Proprio nei giorni in cui la tutela della propria immagine in Rete e la violenza intrinseca i Internet fanno irruzione nella cronaca vede la luce alla Camera – ma deve tornare in Senato – la legge sul cyberbullismo.
L’esito del voto, però, fa discutere, non perché manchi la consapevolezza dell’importanza del problema, ma perché il testo uscito dalla Camera “snaturerebbe” il testo originario, più diretto alla prevenzione che alla repressione e indirizzato inizialmente soltanto ai minori, volgendolo in una versione più repressiva e rivolta a tutti, adulti compresi.
L’ampliamento suscita perplessità da più parti per ragioni differenti: da una parte chi si occupa della tutela dei minori - Save the Children per esempio - vede nell’estensione agli adulti il pericolo che si finisca per vanificare lo scopo principale della legge che è dar modo ai ragazzi con più di 14 anni di far rimuovere rapidamente dalla Rete i contenuti che li bullizzano rivolgendosi, in prima persona o con l’aiuto di un tutore o di un genitore, ai gestori di siti e social media e, in seconda battuta, al garante della privacy. I critici del nuovo testo, tra cui la relatrice del testo originario Elena Ferrara e Paolo Picchio, papà di Carolina, la 14enne novarese morta suicida nel gennaio 2013 perché vittima di cyberbulli, temono soprattutto che un raggio di azione troppo largo, che equipara ragazzini e adulti responsabili dei propri comportamenti, finisca per rendere la legge difficilmente applicabile, finendo per mettere in secondo piano proprio le esigenze dei minori, che sono la parte più debole.
Dall’altra parte c’è chi teme che estendere a la possibilità di una rimozione rapida (si parla di 24 ore e di intervento diretto del Garante della privacy entro 48) possa tradursi nella censura indiscriminata senza controllo di qualsivoglia contenuto che possa riuscire sgradito a qualcuno, ivi compresi quelli in cui si esercitano legittimamente diritti di critica e di cronaca senza che siano stati commessi reati.
Altri come Ernesto Caffo presidente di Telefono azzurro salutano l’approvazione come un segnale positivo e sottolineano l’urgenza di una legge sul tema. «L’approvazione alla Camera della legge su bullismo e cyberbullismo è un segnale molto positivo, così come il dibattito che si è aperto in Parlamento sul tema», scrive Caffo, neuropsichiatra Infantile e Presidente di Telefono Azzurro, in una nota: «Il percorso non è stato facile, ma siamo fiduciosi che l'approvazione porti finalmente, dopo il passaggio al Senato, ad una legge contro il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, che da sempre Telefono Azzurro sostiene con forza. Bene, dunque, l'approvazione, nonostante alcuni nodi ancora da sciogliere. Tra questi, quello della fascia d'età: come realtà che si occupa di infanzia e adolescenza avremmo preferito si restasse sulla proposta iniziale, ma è vero anche che i limiti di età spesso non spiegano fenomeni e situazioni. Un allargamento, prudente, su questo versante era inevitabile. Dopo l’approvazione del testo in Senato, la Camera ha dato vita ad un dibattito molto importante, che ha generato ancora più consapevolezza e confronto su temi molto complessi. Ora è fondamentale che si arrivi in tempi brevi ad una legge precisa ed efficace, su una base condivisa, che renda possibili interventi immediati».