Migliaia di volti, mani giunte. Migliaia di sguardi, sorrisi, storie. Dopo due anni, segnati dalla pandemia e dalle restrizioni, il pellegrinaggio mariano a piedi da Napoli verso Pompei torna protagonista della fede. Torna la comunità, la fratellanza, il cammino “l'uno accanto all'altro verso Maria”. Le parole sono dell'arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia che ha accolto e benedetto i pellegrini nella basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore. Tutti insieme, “con lo sguardo fisso su di Lui”. Il Signore come guida, Maria come meta. “Cogliamo questa occasione per vivere la gioia dell'incontro e della fraternità vera. Sia questo il pellegrinaggio della vita”, ha detto l'arcivescovo Battaglia durante la benedizione. Un benvenuto, quello rivolto ai pellegrini, che dopo 700 giorni è stato ripetuto con gratitudine e gioia da tutta l'Azione Cattolica di Napoli, che ha organizzato l'evento.
C'è commozione e gioia nelle parole della presidente dell’Azione Cattolica Maria Rosaria Soldi: “Grazie al nostro arcivescovo monsignore Domenico Battaglia che accompagna questo giorno prezioso e significativo per tutta la Chiesa di Napoli e in particolare per l'Azione Cattolica, che oltre 40 anni fa ha piantato il primo seme di questo cammino spirituale che oggi ancora passa di generazione in generazione. Ripartiamo da qui, dalla nostra casa mariana per raggiungerne un'altra: partiamo dalla nostra diocesi per raggiungere la diocesi sorella di Pompei. Ripartiamo da qui sotto lo sguardo materno di Maria. Sarà Lei motore per i nostri piedi, perché sappiano andare incontro ad ogni fratello, sarà Lei ad aprire le nostre mani perché sappiano accogliere, condividere e moltiplicare il bene, sarà Lei ad illuminare i nostri cuori perché sappiano sempre più pregare, accogliere e amare”.
Amore e accoglienza, questi i fari che illuminano il cammino dei pellegrini. Un cammino ancora più significativo quest'anno, che avviene durante il XXXI Sinodo della Chiesa di Napoli. “Lo slogan di questo pellegrinaggio esprime lo spirito con il quale si desidera vivere il cammino solidale – ha spiegato monsignor Tommaso Caputo, prelato di Pompei – tenere lo guardo su Maria affidando a lei tutto ciò che ci sta a cuore, lei la più tenera tra le madri è stata la perfetta discepola per il figlio ed è da sprono per la vita cristiana. Guardiamo a lei e accogliamo il figlio che ci dona insieme alla corona del Rosario. Vi auguro di tornare nelle vostre case con gli occhi fissi su di lui e per riprendere il cammino con Maria sulle strade della fraternità”. Fraternità e accoglienza che tornano ancora nelle parole di Maria Rosaria Soldi “In questi giorni pensavo a quanto sia bello ad un mese dall’apertura del sinodo ritrovarsi qui con la bellezza di camminare tenendo lo stesso passo tutti. Maria che ci apre il cuore alla conversione e alla speranza, Maria che ci tiene la mano. Lo stile del Vangelo sia lo stile del quotidiano – ha aggiunto - Maria ci conduca sulle strade della vera sinodalità che è fidarsi, accompagnarsi e volersi bene”.
“Una signora mi ha avvicinato e mi ha detto che doveva fare il cammino, il pellegrinaggio. Doveva farlo perché non stava bene in salute. In quelle parole ho sentito il senso della sofferenza, la fatica e il dolore. La malattia che ho avuto modo di incontrare in questo tempo e ognuno ha portato nel cuore assieme alla speranza. Su questo altare c'è la nostra fatica ma anche la speranza rinnovata” ha detto l'arcivescovo Battaglia. E di storie di dolore ma anche rinascita dinanzi al volto di Maria ce ne sono tante. Come quella di Rosario Barone, medico che dopo una vita tra i reparti di un ospedale pediatrico napoletano ha deciso restare in campo attraverso un servizio di volontariato. Il dottor Rosario vive la sua esperienza di fede seguendo le 5 'M' di Maria.
“La Madonna è mamma, è maestra, è martire, è medicina, è misericordia. La coroncina del Rosario, lo diceva Padre Pio, è un'arma contro il male. E' reale, concreta. Io sono un medico e il medico ha bisogno di Maria perché ci sono mali che la scienza non può curare, ma nulla è imbattibile davanti al cuore di Maria”. Lo sa bene Silvia, “Quando a mio figlio hanno diagnosticato un cancro mi sono affidata completamente a Gesù e a Maria. Da mamma a Mamma. Ho chiesto a lei di darmi la forza. Quella forza che ho rivisto nell'impegno e nel lavoro dei medici e degli infermieri dell'ospedale Santobono di Napoli che hanno assistito e curato mio figlio come degli angeli custodi. Se non c'è Dio nelle mani e nei cervelli di questi angeli in camice nulla è possibile. Il cammino di quest’anno è il grazie più importante alla Madonna per quello che mi ha nuovamente donato”.
Un cammino di fratellanza, fianco a fianco, che ha fatto anche Celeste. Lei, napoletana originaria dei Quartieri Spagnoli, vive da anni a Bologna. Ed è dal capoluogo emiliano che ha deciso di raggiungere il Santuario di Pompei. “C'è un filo che mi lega a Maria, un'attrazione come una calamita. Ho due figli e l'ultima volta che sono stata qui fu 10 anni fa, dopo un incidente dal quale i miei ragazzi uscirono illesi. La Madonna è sempre presente nella mia vita, nelle mie scelte. Mi accompagna e mi segue. Ed è per questo che camminerò sempre accanto a Lei”. Un cammino di fede, di amore. Sotto la protezione della madre divina e con “lo sguardo sempre rivolto a Lui".