Da Parigi. «Fluctuat
nec mergitur», hanno scritto sui muri di Place de la République dopo i massacri
del Bataclan e del Boulevard Voltaire.
«È
sballottata, ma non affonda» : il vecchio motto della città – che i parigini
ripetono ora come un mantra – suona però troppo ottimistico. Perché, se non
affondata, Parigi questa volta è stata colpita al cuore, con attentati di una
gravità senza precedenti. Come senza precedenti, negli ultimi cinquant’anni, è
lo stato di emergenza decretato in tutto il Paese dal presidente Hollande.
«Siamo in guerra», si ripete nei palazzi della politica.
Una guerra che Daech
ha dichiarato non solo allo stato francese (e all’Europa), ma ai francesi
inermi, ai cittadini che un venerdì sera si divertono allo stadio, in pizzeria
o in una sala da concerti.
Non
ci sono luoghi simbolici questa volta tra i bersagli colpiti dai terroristi.
Non ci sono personalità pubbliche. L’intento è di seminare terrore
indiscriminato, tra cittadini «normali»: un salto di qualità, un passo in più
nell’inferno della barbarie. E un messaggio sinistro ai dirigenti del mondo
occidentale a non intromettersi nella faccende siriane, a non ostacolare
l’avanzata dell’Esercito Islamico nel Medio Oriente in fiamme. Sullo sfondo, il
mai risolto problema delle banlieues, con frange giovanili allo sbando e
tentate dalle sirene dell’Islam violento, tra orgoglio identitario e odio per
un modello di società che non facilita più l’integrazione di chi proviene da
altre culture. Perché questo è il bacino in cui pesca Daech. Ed è questa nebulosa
vasta a imprevedibile a fare oggi paura. E a fornire un solido alibi al rigetto
dell’Islam e dei musulmani.
Il
Front National e i propagandisti dell’apocalisse soffiano sul fuoco di questa
paura per miseri tornaconti elettorali. Ma non è una guerra di civiltà. E men
che mai guerra di poveri. È la guerra di barbari e di mercenari che godono di
mezzi, coperture, complicità da parte di regimi «rispettabili» e con i quali
l’Occidente dovrà prima o poi confrontarsi se, come diceva il generale de
Gaulle, vorrà capire qualcosa del complicato Oriente. E sfuggire così alla
spirale dell’odio. E del terrore.