Questa sera io e mia moglie abbiamo avuto un’altra discussione che non servirà a niente. Il motivo questa volta erano i piatti che sono rimasti nel lavandino e io non li ho messi nella lavastoviglie (toccava a me), perché mi sono messo un momento tranquillo a seguire un dibattito che mi interessava e mi sono dimenticato, mentre lei allattava Martino, che ha 5 mesi. Ma il punto è che da quando è arrivato lui, dopo solo un anno di matrimonio, il clima è cambiato in casa, o forse non abbiamo avuto il tempo di abituarci con tranquillità alla vita insieme e subito ci siamo trovati ad affrontare gli impegni e la confusione che si uniscono alla gioia, è ovvio, di avere un figlio.
BERNARDO
Caro Bernardo, ho notato che la parola “tranquillità” ricorre tra le tue righe e un po’ sorrido, scusami, sapendo quanto non si sposi con la condizione di essere genitori di neonati ma anche, credimi, di figli di ogni età, dagli adolescenti agli adulti. È curioso come da giovani non sia certo una delle condizioni che si agognino di più e poi, diventati padri e madri, risalga rapidamente la classifica dei desideri!
Vedo che pensi che se aveste avuto più tempo per prepararvi forse il clima della vostra famiglia dopo la nascita sarebbe stato migliore, ma mi permetto di farti notare che in non pochi casi anche le coppie di lunga durata possono patire i disagi di un cambiamento profondo di ritmi e abitudini ormai consolidate e del tutto stravolte dal nuovo arrivato. Perché è così che accade quando si vive la gioia di un figlio, che non è “ovvia”, ma conquistata ogni giorno insieme, partendo dalla consapevolezza (da verbalizzare a voce alta senza vergogna) che questo sentimento stupendo viene sempre accompagnato dai suoi amici: fatica, confusione, stanchezza, disordine, ansia, dubbio.
Nell’attesa che cambi una delle leggi universali della vita, e cioè che ogni cosa bella nasce immancabilmente da altre più difficili, il consiglio è proprio di potervi dire ogni giorno “Guarda quanto siamo stati bravi oggi a non litigare nonostante…”, senza ingolfarvi in una di quelle sterili discussioni basate sui bilancini e sull’idea che tutti e due dobbiate fare tutto, in casa e con il bambino. Meglio parlarsi e sondare i propri talenti e sfruttare al massimo proprio quelli. Con le orecchie e gli occhi aperti per capire i momenti di mamma e papà che possono vivere sensazioni molto diverse, ma beneficiare della stupenda avventura di crescere un figlio insieme.