Il 2014 sarà ricordato come l’anno record degli sbarchi, ma l’immigrazione non è solo questo: 500 mila imprese guidate da stranieri, oltre 2 milioni di lavoratori e 6,7 miliardi di euro di imposte versate.
Lo ricorda la Fondazione Leone Moressa di Mestre nel 4° Rapporto sull’Economia dell’Immigrazione, che dice chiaramente: «Sono quasi 5 milioni gli stranieri residenti, provenienti da 200 Paesi diversi: con questi numeri non possono trovare spazio solo quando si parla di sbarchi».
È vero che nel 2014, i migranti sbarcati sulle coste italiane hanno superato le 118 mila unità, quasi il triplo del 2013 e il doppio rispetto al 2011, anno dell’Emergenza Nord Africa. Allo stesso tempo, nel primo semestre 2014 l’Italia è il Paese Ue con il più forte aumento di richiedenti asilo (+144,4%), mentre la media europea si attesta a un +19,6%. Ma nonostante tutto, i profughi rappresentano solo il 2% della popolazione straniera regolarmente presente (4.387.685 persone).
Nel Belpaese, convivono 200 nazionalità diverse, di cui la metà supera le mille presenze e otto le centomila. Quali? Romania, Albania, Ucraina, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine, Moldova, India. Le regioni a essere più multietniche e a far convivere un’ampia varietà di provenienze, lingue e religioni sono Lazio (184), Lombardia (180) e Toscana (170).
Secondo la Fondazione Moressa, la componente straniera non deve essere percepita solo come una spesa, ma anche come una risorsa. «Nell’ultimo anno, l’Irpef versata da chi è nato all’estero», spiegano i ricercatori, «ha apportato alle casse dello Stato 6,7 miliardi di euro, pari al 4,4% del totale del gettito».
Sono infatti oltre 3 milioni e mezzo i contribuenti stranieri (8,5% del totale), il dato è in crescita dal 2008 e la media è di 3.001 euro. Aumentano gli stranieri che pagano le tasse e diminuiscono quelli che mandano risorse in patria: nel 2013 le rimesse inviate ai Paesi di origine sono state pari a 5 miliardi e mezzo di euro, rispetto al 2011 gli immigrati hanno inviato in patria quasi 2 miliardi di euro in meno.
Immigrati, quasi mezzo milione di imprese
Se gli stranieri soffrono la crisi economica come gli italiani, la loro imprenditoria prova a resistere. Su 6 milioni di imprese operanti in Italia lo scorso anno, 497.080 sono guidate da persone nate all’estero (l’8,2% del totale).
Aziende che producono un valore di 85 miliardi e sembrano riuscire a resistere alla crisi: rispetto al 2012 le imprese italiane sono diminuite di quasi 50 mila unità, mentre quelle straniere sono aumentate di 18 mila.
La crisi economica viene avvertita maggiormente dai 2 milioni di occupati stranieri: rispetto al 2007 gli stranieri perdono 9 punti di tasso di occupazione, contro i 3 punti degli italiani. Infine, la Fondazione Moressa certifica che le famiglie soffrono insieme la crisi. Il reddito di quelle italiane è sceso di 4.249 euro dal 2012 al 2008, arrivando a una media di 31.400 euro. Si dimezzano entrambi i valori se si considerano gli stranieri: un calo di 2.208 euro in quattro anni per arrivare a un reddito familiare di 16.629.