Domenica 15 ottobre in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco celebra la Santa Messa e presiede il rito della canonizzazione dei beati: Andrea de Soveral, Ambrogio Francesco Ferro, Matteo Moreira e XXVII compagni, Cristoforo, Antonio e Giovani, Faustino Mìguez, Angelo da Acri. Ecco un breve profilo biografico dei nuovi Santi.
Faustino Míguez
Faustino Míguez nacque il 25 marzo 1831 a Xamirás, Galizia, provincia e diocesi di Orense, in Spagna. Fu battezzato il giorno dopo la sua nascita. Era il quarto figlio di Benito Míguez e di María González. Entrò nel noviziato degli Scolopi, a Madrid, il 5 dicembre 1850. Emise la professione dei voti solenni il 16 gennaio del 1853. Seguì gli studi della formazione scolopica e fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1856. Nel novembre del 1857 fu inviato alla prima fondazione scolopica a Guanabacoa (Cuba). Insegnò nel Magistero per formare maestri. Lì apprese l’utilità terapeutica delle piante. Successivamente fu mandato in diverse comunità della Spagna: Celanova, El Escorial, Monforte de Lemos, Sanlúcar de Barrameda e a Getafe dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Faustino visse oltre 50 anni votato all’educazione. Insegnò latino, storia, algebra, retorica, geografia e storia, agricoltura, fisica e chimica, storia naturale, igiene, francese e scienze naturali. La scuola è stata per lui il luogo di incontro con il Signore, che serviva e amava nei bambini. Il suo amore si manifestò in modo speciale verso i più bisognosi, deboli o malati. La sua inclinazione per la ricerca scientifica si è ben sposata con la sua vocazione di educatore. Durante il suo secondo soggiorno a Sanlúcar de Barrameda, scoprì la condizione di abbandono e di ignoranza in cui vivevano le donne e il bisogno di qualcuno che la guidasse fin dall’infanzia. Con il beneplacito del suo Superiore Generale e con l’approvazione dell’Arcivescovo di Siviglia, il 2 gennaio 1885 fondò l’Istituto Calasanzio, Figlie della Divina Pastora. Questa Congregazione, che segue lo stile pedagogico di San Giuseppe Calasanzio, nacque per l’educazione delle bambine. Padre Faustino morì l’8 marzo 1925, all’età di 94 anni a Getafe. Fu proclamato Beato il 25 ottobre 1998 da San Giovanni Paolo II.
ANGELO DA ACRI
Angelo d’Acri (al secolo: Luca Antonio Falcone) nacque ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669. Apprese a leggere e a scrivere da un vicino di casa. I primi elementi della dottrina cristiana li imparò, invece, frequentando la parrocchia di San Nicola e la chiesa dei Frati Minori Cappuccini. A 18 anni decise di farsi Frate Minore Cappuccino ma, oppresso da dubbi, incertezze e suggestioni, due volte lasciò il noviziato; resistette a lasciare il noviziato per la terza volta, emettendo i voti di professione il 12 novembre 1691. Ordinato sacerdote, il 10 aprile 1700, fu destinato dall’obbedienza alla predicazione. Dal 1702 al 1739, anno della sua morte, percorse instancabile tutta la Calabria e buona parte dell’Italia meridionale, predicando quaresimali, esercizi spirituali, missioni popolari. Consapevole che il predicatore che non attende al ministero della riconciliazione è simile al seminatore che non provvede alla mietitura, trascorreva molte ore nel confessionale non stancandosi mai di ascoltare e di usare misericordia con i peccatori.
Era sua convinzione che la carità potesse risolvere i problemi più difficili e che la misericordia avrebbe ricondotto nella grazia di Dio tutti i peccatori che si fossero inginocchiati al suo confessionale. Nel 1724 iniziò la costruzione del convento delle Cappuccinelle in Acri, inaugurato il 1° giugno 1726. Fu più volte maestro dei novizi, guardiano nei conventi di Mormanno, Cetrano e Acri, definitore provinciale, ministro provinciale dal 1717 al 1720 e infine, nel 1735 provisitatore generale. In tutti questi incarichi, accettati in obbedienza, fu sempre solerte nel far rispettare la Regola e le Costituzioni dell’Ordine. Dopo 38 anni di apostolato itinerante, morì ad Acri il 30 ottobre 1739, dove un grande santuario custodisce il suo corpo. Papa Leone XIII lo beatificò il 18 dicembre 1825.
Andrea De Soveral, Ambrogio Francesco Ferro, Matteo Moreira e Compagni
L’evangelizzazione nel Rio Grande do Norte (Brasile) fu iniziata nel 1597 da missionari gesuiti e sacerdoti diocesani, provenienti dal cattolico Regno del Portogallo. Nei decenni successivi, l’arrivo degli Olandesi, di religione calvinista, determinò la restrizione della libertà di culto per i cattolici, che da quel momento furono perseguitati. In questo contesto avvenne il martirio dei Beati, in due distinti episodi.
Il primo accadde il 16 luglio 1645 a Cunhaú, presso la cappella della Madonna delle Candele. Nel corso della messa domenicale, officiata dal parroco Padre André de Soveral, una schiera di soldati olandesi, con Indios al seguito, fecero irruzione nel luogo sacro e massacrarono gli indifesi fedeli. Il secondo episodio risale al 3 ottobre dello stesso anno. Presi dal terrore per quanto accaduto, i cattolici di Natal cercarono di mettersi in salvo in improvvisati rifugi, ma invano.
Fatti prigionieri, insieme al loro parroco padre Ambrósio Francisco Ferro, furono trasferiti nei pressi di Uruaçu, dov’erano ad attenderli soldati olandesi e circa 200 Indios, pieni di avversione contro i cattolici. I fedeli e il loro parroco furono seviziati in modo orribile e lasciati morire fra inumane mutilazioni. Dei numerosi fedeli uccisi si riuscì ad identificarne con certezza soltanto 30. Essi sono: P. André de Soveral e Domingo Carvalho, uccisi a Cunhaú; P. Ambrósio Francisco Ferro, Mateus Moreira, Antônio Vilela il giovane e sua figlia, José do Porto, Francisco de Bastos, Diogo Pereira, João Lostão Navarro, Antônio Vilela Cid, Estêvão Machado de Miranda e due figlie, Vicente de Souza Pereira, Francisco Mendes Pereira, João da Silveira, Simão Correia, Antônio Baracho, João Martins e sette compagni, Manuel Rodrigues Moura e sua moglie, una figlia di Francisco Dias il giovane, uccisi a Uruaçu. Essi furono beatificati il 5 marzo 2000.
Crisotoforo, Antonio e Giovanni
Cristoforo, Antonio e Giovanni, uccisi in odio alla fede nel 1527 e nel 1529, sono considerati i protomartiri del Messico e dell’intero Continente Americano, primizie dell’evangelizzazione del Nuovo Mondo. I tre fanciulli ricevettero una solida formazione cristiana dai pri- mi missionari francescani che, nel 1524, misero piede nella Nueva España. Cristoforo, nato ad Atlihuetzía (Tlaxcala) tra il 1514 e il 1515, era il figlio prediletto e l’erede del principale cacicco Acxotecatl.
Ricevuto il battesimo, divenne in breve tempo un apostolo del Vangelo tra familiari e conoscenti. Si propose, anche, di convertire il padre, esortandolo a cambiare le sue riprovevoli abitudini, soprattutto quella legata al bere fino all’ubriachezza. Il padre non gli diede importanza, ma alle ripetute insistenze del figlio il suo animo pagano si manifestò superiore all’affetto di genitore. Fatto rientrare con un tranello il figlio dalla scuola francescana, lo bastonò con violenza e poiché il ragazzo, pur nel dolore, continuava a pregare, lo gettò su un rogo acceso. Il martirio avvenne quando Cristoforo aveva 13 anni.
Antonio e Giovanni nacquero tra il 1516 e il 1517 a Tizatlán (Tlaxcala). Antonio era nipote ed erede del cacicco locale, mentre Giovanni, di umile condizione, era il suo servitore: anch’essi frequentavano la scuola dei francescani. Nel 1529 si resero disponibili ad accompagnare i padri domenicani in una spedizione missionaria nella regione di Oaxaca, come interpreti presso gli Indios. Consapevoli del pericolo di morte che correvano, i ragazzi aiutarono i missionari a distruggere gli idoli. In una di queste azioni, alcuni Indios, inferociti e armati di bastoni, si avvicinarono e colpirono a morte prima Giovanni e poi Antonio, accorso in suo aiuto. Il martirio avvenne nel villaggio di Cuauhtinchán. Essi furono beatificati da San Giovanni Paolo II, nel santuario di Guadalupe in Città del Messico, il 6 maggio 1990.