Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 10 febbraio 2025
 
Quali alleanze?
 

Nuovo governo: l'Italia all'anno zero

16/03/2018  Alla vigilia del nuovo Governo com'è uscita l'Italia dalle urne. Una sola certezza: tutto ciò che è tradizionale è al capolinea. Si apre una fase completamente nuova

Gli italiani hanno scelto. La lunga notte dello scrutinio è stata illuminata dal bagliore del M5S e dal tuono della Lega. Ma, a urne chiuse, le principali agenzie di stampa estera si sono affrettate a fotografare la situazione: «L’Italia è senza maggioranza». Le elezioni politiche del 4 marzo sono state vinte dalla coalizione del Centrodestra mentre il M5S, con oltre il 32 per cento dei voti, è il primo partito. Il Centrosinistra e il Pd sono invece scesi al minimo storico dei consensi, perdendo la loro base storica.

Liberi e uguali di Grasso ha superato di poco la soglia del 3 per cento. Si temeva che il partito dell’astensione condizionasse il voto, invece l’af€fluenza del 73 per cento – due punti in meno rispetto alle politiche del 2013 – ha tenuto, se si considera che in Germania nelle ultime politiche ha votato il 76 per cento degli elettori, mentre in Francia il 48.

Come un uragano il consenso elettorale ha mandato in crisi le appartenenze politiche e ha premiato la Lega e il M5S sui temi della sicurezza e della gestione degli immigrati al Nord e della protesta economica e della disoccupazione al Sud. Sono state scelte le due forze più antieuropeiste, almeno a parole, ma il voto ha soprattutto canalizzato paure sociali e una speranza di cambiamento, punendo tutto ciò che era istituzionale. Basti un esempio: all’uninominale non sono stati eletti ministri del calibro di Franceschini e Minniti. Queste votazioni segnano un prima e un dopo della vita politica del Paese: il Parlamento si rinnoverà del 60 per cento dei suoi membri, mentre tutto ciò che ha il sapore di tradizionale – linguaggio, metodo eccetera – è giunto a un capolinea.

Rimane una domanda: quali forze governeranno il Paese? Il nuovo Parlamento si riunirà il 23 marzo per eleggere i presidenti di Camera e Senato, da quel momento emergeranno le alleanze che sosterranno il nuovo Governo. Si affievolisce la possibilità di una maggioranza di larghe intese e, se il Pd sceglierà di rimanere all’opposizione, il M5S potrebbe governare con la Lega o insieme alla coalizione del Centrodestra. Nessuno ha la forza di governare da solo.

Per allontanare lo spettro di nuove elezioni, occorre appellarsi alla responsabilità di chi ha in mano le sorti del Paese, perché il bene di tutti sia superiore a quello delle singole forze politiche. Anche l’elettorato cattolico – il cui voto è stato spalmato su quasi tutte le forze scese in campo – non è esente da questa responsabilità. Anzi, questa nuova fase potrebbe rappresentare un nuovo risveglio culturale e di impegno sociale delle coscienze per distinguere e promuovere le scelte politiche conformi al Vangelo e fare obiezione di coscienza sulle altre.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
6

Stai visualizzando  dei 6 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo