Franco Vaccari sul palco e, alle spalle in video, la senatrice a vita Liliana Segre.
«Rondine è un grande simbolo di libertà e pace, mi unisco a questa marcia e cammino con voi». È la voce di Liliana Segre che abbraccia i 4 mila giovani che oggi hanno marciato lungo la strada che da Arezzo arriva fino alla Cittadella della Pace in occasione dell’iniziativa “Rondine, in cammino per la pace”.
«Miei carissimi ragazzi che oggi siete qui intanto un saluto molto affettuoso da chi ama Rondine e la pace, da chi ha visto la guerra e sa tutti i pericoli che tutti noi corriamo quando c’è qualcuno che perde di vista l’umanità e decide di distruggere e non costruire», continua la Senatrice a vita. «Vi sono vicina e voglio marciare insieme a voi per la pace e vi ringrazio di questa scelta libera. Vorrei abbracciarvi tutti ma siete troppi ed è troppo anche per una nonna come me quindi vi ringrazio e vogliatevi bene come Rondine insegna».
Dopo due anni, la Senatrice a vita torna, seppur in collegamento telefonico, nella Cittadella della Pace per sostenere ed esprimere la propria vicinanza a tutti i giovani di Rondine e delle scuole aderenti alla iniziativa, che, proprio nell’impegno di “non restate indifferenti”, hanno fatto di questa giornata una testimonianza di educazione alla pace. Giovani riuniti nell’Arena di Janine, luogo da lei inaugurato proprio in occasione della sua ultima testimonianza a Rondine il 9 ottobre 2020 proprio perché diventasse il luogo in cui la memoria si trasforma in azioni concrete. Proprio come è successo oggi.
Promossa organizzata da Rondine Cittadella della Pace e la Consulta Provinciale degli Studenti, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Arezzo e con il Patrocinio del Comune di Arezzo, la manifestazione ha coinvolto oltre 4mila persone: studenti di Rondine e delle scuole aretine, insieme ai docenti e ai tanti cittadini che hanno voluto unirsi all’iniziativa, hanno camminato lungo i dieci chilometri che separano la città dal borgo di Rondine, oggi Cittadella della Pace, dove da venticinque anni i giovani arrivano dai luoghi di violenze e guerre nel mondo per decostruire l’idea di “nemico” e per formarsi, attraverso il metodo Rondine, ad una nuova cultura di relazione. Perché “L’unico nemico è solo la guerra”.
Franco Vaccari, Presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, ha dichiarato: «La pace la si costruisce con i Sì, non con i Se, facendo un passo possibile. Dando un sì possibile e insieme e proteggendo tutto questo. Stasera dobbiamo tornare a casa a muovere quelle persone che oggi non ci sono state qui con noi. Perché tutte le persone che sono qui, anche quelle che abitano le istituzioni hanno accettato che fossero i giovani a parlare e questo è un altro fatto molto importante. Non è un passo indietro, è un passo avanti, è una spinta verso quello che oggi abbiamo fatto affinché vada avanti ancora. Ripartendo dai nostri giovani».
A portare un messaggio di pace un’ospite d’eccezione, l’attrice il video messaggio di Anna Safroncik attrice nata a Kiev e naturalizzata italiana che nel suo video messaggio ha detto ai giovani presenti: «Questa guerra è una pazzia, come ricorda Papa Francesco, ma noi siamo tutti qui per dimostrare che l’unione, la fratellanza e la solidarietà può vincere su tutto. Quando stasera tornerete a casa ricordatevi che avete fatto qualcosa di importante qualcosa di utile avete dimostrato a voi stessi e al mondo che l’unione delle persone è più forte». Sul palco dell’Arena di Janine oggi sono saliti tanti giovani da vari luoghi di conflitto che a Rondine studiano, o hanno studiamo per testimoniare l’impegno nel decostruire l’idea del nemico e favorire il dialogo tra i popoli.
Come quella di Angelina, studentessa russa della World House di Rondine, che ha riferito: “Molti russi fanno fatica a capire il perché di quello che sta accadendo e soffrono per il dolore del popolo ucraino. La paura è tanta. Io ho paura. Tutti hanno paura. E la paura rischia spesso di creare un nemico. Vedo che anche qui in Europa sta nascendo l’idea del nemico russo. Ma invece voglio dire che siamo tutti vittime perché i conflitti armati toccano sempre entrambe le parti”. Insieme ad Angelina, Arina anche lei russa, anche lei sul palco per manifestare vicinanza ai cittadini ucraini, popolo da sempre fratello per i russi e che oggi la guerra ha messo su lato opposto definendolo come “nemico”.
Ma l’Europa è stata dilaniata non solo dalla guerra in Ucraina. Sara, bosniaca ed ex-studentessa della World House di Rondine sottolinea: «Quindi parliamo, urliamo! Fate tutto ciò che è in vostro potere per promuovere la pace, per dire no alla guerra, all'infanzia o alle famiglie distrutte. Il lavoro che ho svolto per le Nazioni Unite mi ha mostrato quanto deve ancora essere svolto a Sarajevo e in altre città del mio paese anche a 30 anni dalla guerra. Costruire la pace è un processo lungo anche dopo la fine di una guerra. Richiede l’impegno di tutti: governi, società civile, amministratori locali, leader religiosi che hanno lo stesso obiettivo quello di far riconciliare comunità divise».
Ancora le parole di Phil dalla Nigeria, dove la guerra civile dilania il Paese da anni ed è ancora in atto.
Una giornata di ascolto e di dialogo che ha visto la presenza di giovani adulti e molti rappresentanti delle istituzioni che hanno espresso la loro vicinanza al messaggio dei giovani di Rondine a partire dal primo cittadino di Arezzo, Alessandro Ghinelli e l’Arcivescovo Riccardo Fontana.