La definizione di Reddito di cittadinanza è un po’ fuorviante, poiché si intende un trasferimento monetario incondizionato (senza distinzione di reddito o età) erogato dallo Stato a tutti i cittadini, ed esiste solo in Alaska. In realtà in Europa e nell’Occidente industrializzato (e il provvedimento del Governo italiano non sfugge alla regola) si parla di un sostegno per determinate categorie, come l’Income support inglese, concesso a chi non ha reddito e non lavora. Va dalle 57,90 sterline a settimana (pari a 65 euro) – concesse a un single tra i 16 e i 24 anni – alle 114,85 sterline per le coppie adulte (circa 129 euro). Il sussidio è ormai una realtà in tutta Europa, perfino in Grecia, che ha sperimentato nel 2017 il Reddito di solidarietà sociale: 100 euro al mese per ogni famiglia più 100 euro per ogni adulto e 50 per ogni minore. In Francia esiste dal 2009 il Revenu de solidarité active (Rsa) che consente ai beneficiari di ottenere un reddito minimo (circa 550 euro) o un’integrazione di reddito. In Germania, l’Arbeitslosengeld è il sussidio mensile di 400 euro al mese destinato a chi cerca un lavoro o ha un salario molto basso (quasi nullatenente). Lo Stato garantisce l’assistenza al soggetto che, tra i vari impegni assunti, deve cercare un nuovo lavoro: vanno documentate tra le 5 e le 15 ricerche di lavoro al mese. In Danimarca, patria del Welfare, il sussidio è di 1.400 euro al mese. Lo stipendio di un insegnante italiano.