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lunedì 17 marzo 2025
 
 

Dalle parole ai fatti, per Renzi arriva la sfida

03/01/2014  Infaticabile, piacione, astuto e deciso. Il sindaco di Firenze ha finalmente conquistato il Pd, ora tutti aspettano che dica che cosa ne vuol fare.

Rottamato il 2013 e archiviata la sua lunga marcia verso la segreteria del più grande partito italiano, a soli 38 anni, il 2014 attende Matteo Renzi alla prova dei fatti della politica.
Finora ha brillato soprattutto nello straordinario stile comunicativo e nella fibra: perché ci vuole un fisico bestiale per fare il sindaco di Firenze e insieme correre per la segreteria del Partito democratico. E infatti il ragazzo ha indubbie doti: gran lavoratore, dorme quattro ore a notte, va a letto tardi e si alza presto, è stato capace di visitare 108 province in 40 giorni, gli basta un pisolino in auto per ricaricare le batterie, all’occorrenza si nutre per giorni di banane, Coca- Cola e Kinder cereali, fa regolarmente jogging e non si perde una maratona nella sua città, convoca la segreteria del Pd alle sette del mattino, a Roma, e alla sera presiede la giunta di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Del Renzi comunicatore, poi, si sa ormai tutto, compresa la sua partecipazione da ragazzo alla Ruota della fortuna di Mike Bongiorno. Un po’ Grillo, un po’ Berlusconi (e un po’ Veltroni), controlla la sua immagine in maniera maniacale a cominciare dal guardaroba che sceglie con cura (è amico di stilisti del calibro di Cavalli e Armani).
Le sue camicie bianche sono ormai di tendenza. Ha sbaragliato il vecchio apparato riuscendo a unire le generazioni, conquistando i giovani in Tv con il giubbotto di pelle di Fonzie (e infatti lo chiamano “Renzie”), ma anche mamme e nonne.

Il supporto della famiglia

L’ex rottamatore può contare sul supporto discreto della moglie Agnese, 36 anni, insegnante precaria che gli ha dato tre figli (Francesco, Emanuele ed Ester, di 11, 9 e 6 anni) e sulla sua famiglia d’origine: papà Tiziano (devotissimo alla Madonna di Medjugorie), già segretario della Dc nel paese d’origine, Rignano sull’Arno, la mamma Laura e i suoi tre fratelli Samuele, medico pediatra, Benedetta, laureata in Scienze politiche e Matilde, la sorella minore.
Tutti supporter di Matteo sulle pagine di Facebook. Una famiglia, quella di papà Tiziano, che conta anche su nove nipoti. Renzi rappresenta certamente la voglia di cambiamento del Centrosinistra. Quasi tre milioni di persone sono andate a votare per lui alle primarie. La segreteria nazionale che ha portato nel Pd, composta da cinque uomini e sette donne, età media 35 anni, rappresenta una vera rivoluzione nel partito.

E ora? Ora viene il momento delle promesse da mantenere, a cominciare dal lavoro, il cavallo di battaglia della sua campagna. Il resto sarà una sorpresa, poiché nonostante i proclami ancora non si sa dove miri esattamente l’ex scout cresciuto alla scuola fiorentina di La Pira, che a tratti pare più un Machiavelli postmoderno.
Se vai a vedere nei suoi programmi, nei suoi discorsi e nelle varie Leopolde, le convention della sua corrente, ci trovi praticamente di tutto, oggetti simbolo come la bicicletta di Bartali e il computer Apple, spot sulla Nutella e una lunga sequela di battute: «L’unico modo di essere sé stessi è cambiare». Oppure: «Mi è stata data la fascia di capitano e non farò passare giorno senza lottare su ogni pallone».
Il problema è che con le battute non si fanno le riforme, a cominciare da quella elettorale, su cui Matteo si gioca tutto, e nemmeno si abbassa la pressione fiscale alle stelle.

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