Rottamato il 2013 e archiviata la
sua lunga marcia verso la segreteria
del più grande partito
italiano, a soli 38 anni, il 2014
attende Matteo Renzi alla prova
dei fatti della politica.
Finora
ha brillato soprattutto nello
straordinario stile comunicativo
e nella fibra: perché ci vuole un fisico
bestiale per fare il sindaco di Firenze e insieme
correre per la segreteria del Partito
democratico. E infatti il ragazzo ha indubbie
doti: gran lavoratore, dorme quattro
ore a notte, va a letto tardi e si alza
presto, è stato capace di visitare 108 province
in 40 giorni, gli basta un pisolino
in auto per ricaricare le batterie, all’occorrenza
si nutre per giorni di banane, Coca-
Cola e Kinder cereali, fa regolarmente
jogging e non si perde una maratona nella
sua città, convoca la segreteria del Pd
alle sette del mattino, a Roma, e alla sera
presiede la giunta di Palazzo Vecchio, a
Firenze.
Del Renzi comunicatore, poi, si
sa ormai tutto, compresa la sua partecipazione
da ragazzo alla Ruota della fortuna
di Mike Bongiorno. Un po’ Grillo, un
po’ Berlusconi (e un po’ Veltroni), controlla
la sua immagine in maniera maniacale
a cominciare dal guardaroba che sceglie
con cura (è amico di stilisti del calibro
di Cavalli e Armani).
Le sue camicie
bianche sono ormai di tendenza. Ha sbaragliato
il vecchio apparato riuscendo
a unire le generazioni, conquistando i
giovani in Tv con il giubbotto di pelle di
Fonzie (e infatti lo chiamano “Renzie”),
ma anche mamme e nonne.
Il supporto della famiglia
L’ex rottamatore
può contare sul supporto discreto
della moglie Agnese, 36 anni, insegnante
precaria che gli ha dato tre figli (Francesco,
Emanuele ed Ester, di 11, 9 e 6 anni) e
sulla sua famiglia d’origine: papà Tiziano
(devotissimo alla Madonna di Medjugorie),
già segretario della Dc nel paese
d’origine, Rignano sull’Arno, la mamma
Laura e i suoi tre fratelli Samuele, medico
pediatra, Benedetta, laureata in Scienze
politiche e Matilde, la sorella minore.
Tutti supporter di Matteo sulle pagine di
Facebook. Una famiglia, quella di papà Tiziano,
che conta anche su nove nipoti.
Renzi rappresenta certamente la voglia
di cambiamento del Centrosinistra.
Quasi tre milioni di persone sono andate
a votare per lui alle primarie. La segreteria
nazionale che ha portato nel Pd, composta
da cinque uomini e sette donne,
età media 35 anni, rappresenta una vera
rivoluzione nel partito.
E ora? Ora viene il momento delle
promesse da mantenere, a cominciare
dal lavoro, il cavallo di battaglia della sua campagna. Il resto sarà una sorpresa,
poiché nonostante i proclami ancora
non si sa dove miri esattamente l’ex
scout cresciuto alla scuola fiorentina di
La Pira, che a tratti pare più un Machiavelli
postmoderno.
Se vai a vedere nei
suoi programmi, nei suoi discorsi e nelle
varie Leopolde, le convention della sua
corrente, ci trovi praticamente di tutto,
oggetti simbolo come la bicicletta di Bartali
e il computer Apple, spot sulla Nutella
e una lunga sequela di battute: «L’unico
modo di essere sé stessi è cambiare».
Oppure: «Mi è stata data la fascia di capitano
e non farò passare giorno senza lottare
su ogni pallone».
Il problema è che
con le battute non si fanno le riforme, a
cominciare da quella elettorale, su cui
Matteo si gioca tutto, e nemmeno si abbassa
la pressione fiscale alle stelle.