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lunedì 07 ottobre 2024
 
referendum
 

Dalle urne un Paese lacerato ma anche più consapevole

04/12/2016  L'alta affluenza potrebbe preludere a un risultato a sorpresa. La sensazione è che dal voto di oggi ne esca un Paese lacerato, a cominciare dal mondo politico. Ma un segnale di speranza c'è: l'Italia è tornata ad appassionarsi ai contenuti della nostra Costituzione

Difficile interpretare l'alta affluenza ai seggi registrata alle ore 12 per il referendum (oltre il 20 per cento). E' un segno della "spettacolare rimonta" dei sì auspicata da Matteo Renzi? O il segnale della vasta partecipazione dei no caldeggiata da Beppe Grillo e dal variegato gruppo degli altri promotori, da D'Alema a Salvini? Quel che è certo che a 236 giorni dal via libero definitivo del Parlamento (12 aprile 2016) al voto di oggi, passato per 5.600 votazioni tra Camera e Senato, 4.500 interventi e 83 milioni di emendamenti, non sappiamo ancora quali conseguenze politiche produrrà questa riforma.

La sensazione è che ne esca per molti aspetti un Paese diviso, lacerato, fuori dalle logiche di schieramento tradizionali. Soprattutto nelle ultime settimane Renzi ha trasformato un referendum confermativo in una sorta di plebiscito pro o contro il suo governo, con conseguenze imponderabili su quel che ci attende da domani. In caso di vittoria del no è già stata evocata dal ministro Delrio una crisi di Governo. Ma anche in caso di vittoria dei sì non è detto che non si apra una fase di instabilità: Renzi potrebbe accelerare il ricorso alle urne per andare all'incasso di un consenso rivolto oltre che alle riforme anche al suo partito e in ultima istanza a sé stesso, vista la personalizzazione di questa consultazione. Valeva la pena, in una fase così precaria e cruciale in cui versa l'Italia, di arrivare a tutto questo?

Ma qualche segnale positivo si può cogliere anche in questo frangente: erano anni che il Paese non si appassionava a un tema così importante e complesso come la Carta Costituzionale. Anche nello stesso mondo cattolico delle associazioni, dei movimenti, persino delle parrocchie, abbiamo assistito a un ribollire di incontri convegni, dibattiti, seminari di approfondimento, manifestazioni, al di là delle diverse prese di posizione. E questo è senz'altro un segnale di speranza.

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