Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 ottobre 2024
 
 

La gioia della musica Barocca

15/07/2013  Il direttore d'orchestra Ottavio Dantone presenta la rassegna Milano Arte Musica: tanti appuntamenti per apprezzare un repertorio ricchissimo suonato con strumenti affascinanti.

Basta scorrere le prime due righe del programma per rendersi conto del livello altissimo delle proposte e dei musicisti di Milano Arte Musica, la rassegna estiva organizzata dall’Associazione La Cappella Musicale (19 date a partire dal 16 luglio, 28 programmi musicali e 37 spettacoli, che si svolgeranno in 12 diverse sedi e chiese fino al 29 agosto): una vera immersione nelle gioie del barocco e della musica antica. Balzano subito all’occhio due nomi, quello dell’Accademia Bizantina e quello di Ottavio Dantone, direttore di esperienza internazionale, grande clavicembalista, didatta e splendido divulgatore - in tutti i sensi - della musica.

Maestro, l’Accademia Bizantina compie 30 anni. Era nata come orchestra giovanile con strumenti moderni. Com'è cambiata?
«Quando ne ho preso la direzione ho optato per gli strumenti originali, antichi ed è diventata un’orchestra barocca. Il nostro impegno è stato di far riconoscere alla gente il grande repertorio barocco, di farlo divenire riconoscibile, familiare. Siamo un’”accademia” in tutti i sensi.  Noi abbiamo percorso un itinerario che è partito da un approccio scientifico alla musica barocca. Per il pubblico dell’epoca di Vivaldi o Corelli era normale sentire eseguire la musica in un certo modo, con un certo stile. Non ne esistevano altri. Il pubblico di oggi è importante che distingua un certo modo di suonare, diverso da quello di impostazione ottocentesca utilizzato da altri esecutori, e lo riconosca come proprio, lo apprezzi. Insomma è bello che capisca la musica barocca. E ne gioisca».

Da grande esecutore e da super esperto consigli un percorso di avvicinamento alla musica antica? «Penso che chiunque si avvicini alla musica antica sia necessario partire da “dietro”. Cominciando dagli autori italiani di inizio ‘600. Secondo me è quasi indifferente l’autore: perché il livello è comunque altissimo, anche al di là di Monteverdi. Ma certamente Corelli è un caposaldo: essendo a cavallo fra la musica del Seicento e la musica successiva. Haendel e Bach sono stati influenzati da Corelli. I suoi Concerti grossi sono il punto di arrivo ed al tempo stesso il punto di partenza della musica successiva».

E proprio i concerti grossi costituiranno il programma dei vostri due concerti del 16 e 17 luglio . Invece lei da clavicembalista eseguirà l’amato Bach, ed in particolare le Suites inglesi il 29 e 30 luglio.
«Bach è un extraterrestre della musica. Non è paragonabile a nessun altro. La sua grandezza è quasi imbarazzante, anche se in lui si sentono le influenze, per esempio di Telemann e Vivaldi. Ma è un mistero. Basti pensare che un genio che non ha mai lasciato la Germania ha assimilato tutti gli stili europei».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo