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martedì 21 marzo 2023
 
 

Datemi pure dell'ecocentrica

11/10/2013  Da anni conduttrice di "Pianeta Mare", Tessa Gelisio ama la natura ed è presidente della onlus forPlanet. Nel suo ultimo libro, facili consigli per vivere felici aiutando il pianeta

I telespettatori ormai hanno imparato a conoscerla: la conduttrice di "Cotto e mangiato" e "Pianeta Mare", Tessa Gelisio, è anche la presidente di una onlus, "forPlanet", che porta avanti progetti concreti ed efficaci per contrastare il continuo deterioramento degli ecosistemi naturali promuovendo pratiche e prodotti che mirino a uno sviluppo effettivamente sostenibile della società. Il suo ultimo libro, "Ecocentrica", è una sorta di manuale dei consigli per vivere felici nel rispetto del pianeta perché, come racconta lei stessa, «Gli ingredienti per migliorare il nostro impatto ambientale sono migliaia: in questo libro ognuno può trovare la propria ricetta da creare con una manciata di buona volontà, un pizzico di inventiva e una cucchiaiata di contraddizioni di cui la vita è sempre ricca. L'importante è fare il primo passo senza paura per imboccare finalmente la via verde verso la felicità». 

Quando è iniziata la tua passione per la tematiche ambientaliste?
«La predisposizione verso la natura è nata e cresciuta con me. Sin da piccola ho sempre mostrato particolare interesse ed amore verso la natura e gli animali. Tutto questo anche grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre parlato delle tematiche ambientali. Insomma, ho sempre avuto un’educazione ambientalista, una sensibilità “green” che è cresciuta e si è sviluppata con me, portandomi a conoscere e collaborare con tantissime associazioni e ad occuparmi di queste tematiche  nei miei programmi tv e nel mondo della comunicazione».

Hai fatto esperienze di volontariato già da ragazza?
«Ho iniziato molto piccola, come volontaria nella sezione di Rosignano del WWF. A 14 anni ho iniziato quella che è stata l’esperienza di volontariato più importante per me: ricordo con affetto l’attività in estate presso il centro Carapax di Massa Marittima. Un centro per la salvaguardia di  tartarughe e cicogne, dove c’era un ambiente estremamente stimolante, con biologi e ricercatori provenienti da ogni parte del mondo. Un posto estremamente variegato dal punto di vista culturale, molto stimolante per una ragazza. Lì ho passato le mie estati facendo un po’ di tutto: dalla guida per i turisti, all’accompagnatrice di notte per i biologi per  prendere le temperature dei nidi, costruire muretti, recinzioni, accudire gli animali».

Cosa ti hanno lasciato queste esperienze? 
«È stato tutto molto bello, soprattutto per quello che ho potuto imparare dalle persone che ho incontrato, le quali avevano molti più anni di me ed una visione delle problematiche ambientali molto avanzata ed evoluta».  

Quanto senti la responsabilità del tuo ruolo pubblico nel portare avanti questi progetti?
«Oggi ho la fortuna di trovarmi in una posizione “privilegiata”, e quindi cerco di dare un supporto, creare occasioni per parlarne e stimolare l’opinione pubblica nei confronti di alcuni temi delicati. Come personaggio pubblico mi sembra il minimo che io possa fare».    

Sei presidente dell'associazione ForPlanet: di cosa si occupa?
«Grazie a partnership con associazioni ambientaliste internazionali, ForPlanet individua progetti di conservazione ambientale  vitali per la sopravvivenza di specie in pericolo o prossime all’estinzione e ci occupiamo di  conservazione delle foreste tropicali. In questi giorni stiamo per chiudere l’acquisto di una trentina di ettari di foresta , per un nuovo progetto  in Sudamerica. Un altro pezzo di foresta salvata».    

Come la sostieni?
«Attraverso iniziative di raccolte fondi, grazie al sostegno di privati con le loro donazioni, nonché attraverso eventi ed iniziative di comunicazione».  

Il futuro del pianeta è davvero a rischio?
«Non è a rischio il futuro del pianeta, ma il benessere dell’uomo. Il Pianeta se la caverà benissimo anche senza di noi. La vita idem. Ciò che viene estremamente minacciato è il benessere dell’uomo, che è collegato a quello del Pianeta. In un Pianeta inquinato e con gli ecositemi danneggiati le risorse fondamentale per il nostro benessere, come  aria e acqua pulita e terreni fertili, saranno sempre più rari».      
Cosa ti spaventa di più? Quali sono le prime emergenze su cui intervenire?
«Sicuramente i cambiamenti climatici sono la cosa più urgente, che spaventa di più. Dal cambiamento climatico si avranno diverse conseguenze negative. Ogni tanto l’opinione pubblica pensa che, siccome non se ne parla più, non ci sia un vero e proprio cambiamento climatico. In realtà gli scienziati da più  di 10 anni stanno studiando come mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici: il mutamento è in corso e oggi, anche se arrestassimo l’emissione di gas effetto serra, le conseguenze si avrebbero comunque per  un bel po’. La speranza di tutta la comunità scientifica  è che l’aumento della temperatura rimanga entro i due gradi. Superando questa soglia, le conseguenze sarebbero molto gravi. Inoltre si sta studiando il modo per far affrontare alle popolazioni più vulnerabili questi cambiamenti, ormai inevitabili: alcune aree saranno colpite dalla siccità, in altre pioverà di più, con delle vere e proprie bombe d’acqua, con conseguenti alluvioni, frane, smottamenti. e il mare allagherà determinate aree Altra priorità consiste nel cercare di bloccare la deforestazione, soprattutto nelle aree tropicali, cruciale per tutta una serie di problematiche. Bloccarla significa limitare i cambiamenti climatici, fermare la desertificazione e la perdita della  biodiversità».  

Cosa può fare ciascuno di noi? Credi che la somma di piccoli cambiamenti individuali possa portare a un grande cambiamento globale?
«Assolutamente. Come il mare è fatto da tante gocce, così il benessere sul pianeta  dipende dai comportamenti di ognuno di noi. Siamo tutti sulla stessa barca: se qualcuno non collabora, andiamo alla deriva. Un esempio su tutti è la poca attenzione all’acqua del rubinetto che lasciamo scorrere mentre ci laviamo i denti o ci si fa la barba: poche gocce arrivano a sommare 4000 litri all’anno, mentre un water che continua a far scorrere anche solo un filo d’acqua si “beve” 100 litri al giorno, l’equivalente della quantità necessaria per un bagno».  

 
 
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