La scomparsa di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, ha lasciato sgomenti in Italia e all’estero. Un uomo “credente animato di speranza e di carità” e “competente giornalista”, “stimato uomo delle istituzioni che, in modo pacato e rispettoso, nelle pubbliche responsabilità ricoperte si è prodigato per il bene comune con rettitudine e generoso impegno, promuovendo con lucidità e passione una visione solidale della Comunità europea e dedicandosi con particolare cura agli ultimi”, ha scritto in un messaggio inviato a nome di Papa Francesco dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, alla moglie Alessandra Vittorini. Il Pontefice è – si legge nel messaggio - “spiritualmente vicino in questo momento di dolore per la prematura scomparsa” del presidente del Parlamento europeo e “desidera porgere a Lei e ai figli Livia e Giulio il suo cordoglio, assicurando sentita partecipazione al grave lutto che colpisce l’Italia e l’Unione Europea”.
Sassoli era rimasto molto legato a Firenze e “alla figura politica di Giorgio La Pira”, ricorda l’arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori, che si dice “addolorato” per la sua “prematura scomparsa”: “ho piacere di ricordare oggi la sua cordiale disponibilità a rispondere all'invito e collaborare alle iniziative delle Chiese toscane. L'ultima nel 2019 quando fece un intervento su Quale umanesimo per l'Europa nell'ambito del convegno 'Umiltà, disinteresse, beatitudine', promosso dai vescovi della Toscana per rileggere il Convegno ecclesiale di Firenze e il discorso fatto da Papa Francesco nella nostra Cattedrale nel 2015”.
“Nel citare spesso le parole del Papa”, Sassoli “non aveva mancato di evidenziare – ha scritto Betori - la sua idea di un'Europa fondata sulla pace e la solidarietà, la sua visione di una politica europea impegnata a difendere i diritti umani, le persone più fragili, il dovere dell'accoglienza per i migranti, la difesa del lavoro e delle opportunità per i giovani. Un umanesimo dunque fondato sui valori cristiani, che nel ricordare il suo impegno, speriamo possano essere in futuro ancora la guida per l'Unione Europea”.
Sassoli – ha spiegato il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego - “ci ha dimostrato che la politica può essere la più alta forma di carità, come ci ha ricordato Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, perché mette al centro la persona, soprattutto i più deboli, tra cui i migranti”. Il presidente del parlamento Europeo – ha quindi aggiunto - “si è impegnato in una democrazia diffusa, di cui l’Europa doveva essere lo strumento, che trova nell’allargamento della cittadinanza un luogo importante per costruire partecipazione e responsabilità”.
Lo scorso 9 novembre, impossibilitato a partecipare alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes aveva inviato un messaggio nel quale scriveva che occorre “una Unione Europea altruista, fatta di relazioni umane”: “Viviamo un tempo caratterizzato da sfide inedite, ma anche da straordinarie opportunità, un momento molto complesso che richiede discernimento, confronto reciproco e collaborazione da parte di tutti. Penso che in questo momento storico, aveva ha aggiunto, segnato da una pandemia che ha sconvolto il mondo, sia fondamentale riscoprire il senso della nostra interdipendenza e delle nostre relazioni”.
Il fenomeno migratorio “non può essere slegato da altre questioni perché rappresenta un tema sociale ed umano di fronte al quale l’Unione europea ha il dovere di adottare un approccio coordinato, più coraggioso e basato sui principi della solidarietà e della responsabilità”. Da qui il suo invito a “valorizzare quell’idea di cittadinanza globale e solidale che sta alla base di una società aperta e inclusiva”, come esige anche la mobilità interna all’Unione che “negli ultimi anni, nonostante la pandemia”, ha visto quella degli italiani all’estero “non diminuita ma anzi, sembra essere addirittura aumentata”.
La Fuci intitola a Sassoli la Scuola europea di formazione politica
“Abbiamo tutti ammirato l’alta professionalità ed il suo stile gentile”, ricorda la comunità cattolica italiana di Bruxelles: “molti hanno ascoltato e letto i tuoi discorsi ed i tuoi interventi, mai di sola circostanza; le tue parole entravano sempre nel merito delle questioni, anche le più delicate come quelle sociali che attraversano oggi l’Europa, sempre con umana saggezza, e permettici una saggezza dal sapore evangelico”, scrive don Claudio Visconti, responsabile della Comunità che esprime la “più grande vicinanza ai tuoi cari ed anche ai tuoi collaboratori che ti sono sempre stati vicini anche in questi ultimi e difficili momenti”.
“Nella fede – conclude - vogliamo dire a te che riposi ora presso il Padre, di accompagnare ancora, in modi per noi misteriosi, il cammino della tua Europa nella costruzione di una comunità più fraterna e solidale, per chi la abita e per chi la cerca”.
La Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) ha deciso di intitolare all’unanimità a Sassoli la Scuola Europea di formazione politica: «David Sassoli», si legge in una nota della Presidenza nazionale, «era speranza, e speranza è l’Europa che ha concorso a costruire. David Sassoli era un faro, e faro rimane l’Istituzione europea che ha servito fino alla fine. Accostare qui dei verbi al passato e altri al presente ci consegna una riflessione profonda che porta alla consapevolezza di ciò che di lui rimarrà sempre: un’eredità fatta di valori appresi, approfonditi e interiorizzati in ambienti relazionali che la Fuci e le realtà laicali sono chiamati, oggi più che mai, a promuovere per fare di quegli stessi valori l’identità civica di ogni laico. Per questi motivi, il Comitato promotore della Scuola europea di formazione alla politica della Fuci, riunitosi questa mattina in via straordinaria e urgente in seguito alla notizia della morte del Presidente dell’Europarlamento, all’unanimità dei presenti, ha deliberato l’intitolazione della stessa alla memoria di David Sassoli».
La Scuola europea di formazione alla politica della Fuci, si legge nella nota, «attiva dallo scorso anno e promossa da diversi stati europei che a questa hanno aderito e stanno aderendo, coinvolge gli universitari cattolici in una costante attività di studio del fenomeno democratico e della formazione alla politica e alla cittadinanza. Crediamo che la classe dirigente debba essere costituita da soggetti che, prima di ogni altra cosa, siano buoni cittadini, coscienti della cittadinanza e delle sue dinamiche, capaci di intercettarne le tensioni, le necessità e di individuarne efficaci soluzioni che mettano al centro la Persona. David Sassoli è stato un testimone autorevole di questi valori durante tutta la sua vita».