L’attesa e la curiosità erano molto elevate: Francesco De Gregori e Checco Zalone insieme per un disco, Pastiche, in cui il secondo, nei panni di musicista puro, accompagna al pianoforte il primo nella rivisitazione di brani di entrambi, di Pino Daniele, di Paolo Conte e di Antonello Venditti. Più Storia di Pinocchio, tratto dal film di Comencini e Giusto o sbagliato, unico brano inedito scritto dall’inedita coppia (molto bello). Noi, con altri colleghi, siamo stati convocati in un locale milanese, la Santeria, per ascoltarlo. Un ascolto per forza di cose distratto dal brusio generale e che sinceramente non ci ha molto convinto. Siamo riusciti solo a capire (ma questo lo sapevamo già) che Zalone è anche un ottimo pianista e che De Gregori, con gli anni, sta affinando le sue doti di interprete. Ci sembrava, in sostanza, che il disco non rendesse giustizia alle potenzialità di un incontro tra due artisti così diversi e che proprio per questo ci appariva intrigante. Per fortuna, sul palco, sono arrivati loro e la musica, è proprio il caso di dirlo, è cambiata.
Il programma prevedeva che Zalone e De Gregori eseguissero solo una manciata di pezzi. Ma in breve i due non solo ci hanno preso gusto e ne hanno improvvisato sul momento altri: Zalone, dismessi i pur impeccabili panni di “pianista di pianobar” (definizione sua, con citazione di un’altra canzone dell’amico Francesco), ha iniziato a sparare battute a raffica e, sorprendentemente, De Gregori si è rivelato un’efficacissima spalla. «Vi chiedo perdono per le sue stonature», ha esordito Checco rivolgendosi al compare. Il quale, cantando la bellissima e misconosciuta Pittori della domenica di Paolo Conte a un certo punto si è dimenticato le parole e prontamente Zalone lo ha soccorso improvvisandosi suggeritore, con un effetto esilarante. Ancora più divertente è stato sentir De Gregori invocare “Pablo” perché non si trattava del Pablo della canzone omonima che scrisse tanti anni fa con Lucio Dalla, ma del Pablo protagonista di Alejandro di Zalone, una di quelle canzone in spagnolo italianizzato dall’umorismo scorretto e irresistibile che il cantautore ha sintetizzato così: «Una canzone molto lirica che racchiude una certa prosaicità…».
Finito il mini-concerto, c’è stato pure il tempo per fare qualche domanda ai due. Zalone ha raccontato che il progetto è nato a casa di De Gregori, che cucinava «una cacio e pepe fenomenale», mentre lui si cimentava con il suo pianoforte Stainway «che non ha mai suonato così bene come quando ci ho messo le mani io». Insomma, il buon Checco, ha pensato che poteva svestire temporaneamente i panni dell’attore e regista: «È un po' come l'operazione che ha fatto Woody Allen, solo che io so suonare davvero». Da parte sua, interrogato sulla sua versione di “Generale” in inglese che ha tenuto in un cassetto, De Gregori ha detto che non ha intenzione di aprirlo, ma lo spunto è servito a Zalone per rimettersi al pianoforte e cantarla imitando la voce di Vasco Rossi.
Insomma, alla fine il disco è sicuramente godibile. Ma il vero spettacolo se godranno gli spettatori delle due, finora uniche, date che vedranno la coppia tornare a esibirsi insieme su un palco, il 5 e il 9 giugno alle Terme di Caracalla. Speriamo quindi che i due ci prendano davvero gusto e che, magari, si scambino le parti. De Gregori attore al cinema nel nuovo film di Zalone? Lui ha ammiccato sornione: «Mi piacerebbe». E l’altro: «Ha un volto cinematografico. Perché no? Ho già fatto recitare il suo cane in Tolo tolo…».