Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 18 aprile 2025
 
 

Delitto Milano, non si strumentalizzi

11/05/2013  Contro il grave delitto di Milano servono rispetto per le vittime e serie indagini. Chi strumentalizza l'emotività ostacola un serio e ponderato dibattito in tema di immigrazione.

L’onda emotiva, inevitabile, che segue allo sconcertante episodio di violenza cieca, probabilmente folle, che è costatata la vita a una persona e gravi ferite ad altre quattro stamattina a Milano non è né il tempo né il luogo adatto per aprire una seria riflessione sulle politiche per l’immigrazione.


In questo momento servono rispetto per le vittime e una seria indagine sul delitto. Solo con delle risposte chiare, che non possono venire in poche ore, si può infatti ragionare di dove si sia, eventualmente, sbagliato, magari in termini di prevenzione o di repressione. Comunque sia andata non possiamo imputare, come qualcuno strumentalmente prova a fare, la responsabilità politica – ammesso che responsabilità politica ci sia – a una ministra entrata in carica una settimana fa, quand’anche favorevole all’estensione del diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia  da genitori stranieri. Semmai, se proprio di responsabilità politica si deve parlare, si deve ammettere che in questo caso la cosiddetta legge Bossi/Fini al momento in vigore non ha ottenuto l’effetto deterrente-repressivo, sperato  da chi l’ha proposta e sostenuta. 

Non solo perché la neoministra ha avuto appena il tempo di esprimere un’opinione e di incassare una serie di insulti beceri da parte di chi non digerisce le sue idee o la sua pelle, non certo di agire, in una settimana, sulle politiche dell’integrazione, ma anche perché, evidentemente, la storia di un bambino nato in Italia, da genitori stranieri non ha nulla in comune con quella di un clandestino con precedenti penali che ferisce e uccide persone in strada apparentemente a caso. Non più di quanto  abbia in comune un qualunque bambino italiano con un assassino italiano.

Chiunque cerchi di accomunare queste realtà in un solo calderone, agitando la paura del diverso, compie una strumentalizzazione. Tutto il contrario di quanto servirebbe per innescare, come invece sarebbe importante, un dibattito serio, intelligente e adeguatamente ponderato in tema di immigrazione, integrazione e cittadinanza. 

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo