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I parroci: la camorra non passerà

20/10/2012  Dopo l'atroce delitto di Cardito, e i funerali di Pasquale Romano, la chiesa si stringe alle vittime per dire no alla violenza.

Da Napoli - Invitano all’unità e alla responsabilità i parroci della periferia Nord di Napoli, quella che è attraversata dalla guerra di camorra per il controllo del traffico di droga e che lunedì sera a Marianella, uno dei quartieri ai confini con Scampia, ha ucciso Pasquale Romano, vittima innocente, scambiato per un pusher a domicilio.


In una lettera che, sabato 20 e domenica 21 ottobre, sarà letta nelle Messe festive,  in tutte le chiese, i sacerdoti si rivolgono ai «carissimi fratelli e sorelle» di Marianella, Piscinola, Chiaiano, Scampia, Miano. «I giorni che viviamo – scrivono - sono di angoscia e dolore, ma rischiano di diventare giorni di avvilimento, se non riusciremo a fare appello ai valori della nostra coscienza cristiana per rispondere al male con l’onore e la dignità del nostro popolo onesto e laborioso». Si stringono intorno alla comunità di Marianella, il quartiere che ha dato i natali a sant’Alfonso Maria de’ Liguori e che è stato sporcato dal sangue innocente, come altre volte in altri quartieri, «seminando la paura nei luoghi della nostra familiare convivenza: strade, piazze, palazzi».

Il richiamo dei parroci è alla partecipazione ad un cammino di fede e di speranza domani sera alle 19,30 proprio per le strade di Marianella « luogo di santità violato dagli ultimi tragici attentati alla vita umana». Cardito, 20 mila abitanti alle porte di Napoli, è un paese in lutto. Ieri esercizi commerciali, imprese e attività artigianali sono rimasti chiusi. Le insegne luminose dei negozi spente. Su edifici comunali, pubblici e scolastici, il tricolore era a mezz’asta. Nel santuario di san Biagio nel pomeriggio si è raccolto il dolore per la morte di Pasquale Romano, il trentenne ucciso lunedì sera a Marianella, sotto la casa della fidanzata Rossana Ferrigno. Un agguato camorristico che ha spezzato la vita di un innocente, forse scambiato per un pusher della cosca avversaria.

Applausi dalla folla, che la chiesa e il sagrato non riuscivano a contenere, hanno accolto la bara portata a spalla dai familiari, coperta dai fiori e dalla maglia azzurra con il numero uno del Club Napoli di Cardito. Per essere vicini alla famiglia, per esprimere la commozione, l’angoscia e la rabbia che gli striscioni appesi fuori dichiaravano invece esplicitamente: "Non si può morire senza colpe", gridava uno. Un altro ricordava la violenza della morte di Lino: "14 colpi non uccidono, uccide il silenzio. Vinciamo l'omertà per il nostro futuro" e ancora: "Ennesima vittima innocente di una guerra tra 'perdenti', ora basta". Gli amici di piazza Garibaldi, quella dove il giovane si fermava a chiacchierare, ne hanno srotolato uno che chiedeva chiaramente: "Giustizia".

Parlando alla «comunità ferita e carica di speranza» il vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinillo, che ha presieduto la messa funebre, ha detto: «Ho letto di qualcuno che ha usato espressioni come "innocente che si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato". Ma non esistono posti o momenti sbagliati per chi ama la vita, non esistono luoghi sbagliati, è sbagliato solo il luogo ed il momento di chi la vita la calpesta Chi calpesta la vita degli altri porterà questo marchio su di sé per sempre, come Caino. In ciascuno di noi è presente il peccato di Caino e l’innocenza di Abele, la tentazione di salvare se stessi oppure la consapevolezza di poter essere con Dio nella fedeltà a ciò che è giusto». 

E poi: «Il dolore che la nostra comunità oggi vive ci farà sentire più forti e più uniti. La nostra preghiera è per Pasquale, per tutto quello che ha amato e per le persone che lo hanno amato più di ogni altra cosa. Siamo partecipi del suo desiderio di vita e lo faremo nostro. Daremo vita nuova a questa nostra terra».

Applausi dalla folla, che la chiesa e il sagrato non riuscivano a contenere, hanno accolto la bara portata a spalla dai familiari, coperta dai fiori e dalla maglia azzurra con il numero uno del Club Napoli di Cardito. Per essere vicini alla famiglia, per esprimere la commozione, l’angoscia e la rabbia che gli striscioni appesi fuori dichiaravano invece esplicitamente: "Non si può morire senza colpe", gridava uno. Un altro ricordava la violenza della morte di Lino: "14 colpi non uccidono, uccide il silenzio. Vinciamo l'omertà per il nostro futuro" e ancora: "Ennesima vittima innocente di una guerra tra 'perdenti', ora basta". Gli amici di piazza Garibaldi, quella dove il giovane si fermava a chiacchierare, ne hanno srotolato uno che chiedeva chiaramente: "Giustizia".

Parlando alla «comunità ferita e carica di speranza» il vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinillo, che ha presieduto la messa funebre, ha detto: «Ho letto di qualcuno che ha usato espressioni come "innocente che si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato". Ma non esistono posti o momenti sbagliati per chi ama la vita, non esistono luoghi sbagliati, è sbagliato solo il luogo ed il momento di chi la vita la calpesta Chi calpesta la vita degli altri porterà questo marchio su di sé per sempre, come Caino. In ciascuno di noi è presente il peccato di Caino e l’innocenza di Abele, la tentazione di salvare se stessi oppure la consapevolezza di poter essere con Dio nella fedeltà a ciò che è giusto». 

E poi: «Il dolore che la nostra comunità oggi vive ci farà sentire più forti e più uniti. La nostra preghiera è per Pasquale, per tutto quello che ha amato e per le persone che lo hanno amato più di ogni altra cosa. Siamo partecipi del suo desiderio di vita e lo faremo nostro. Daremo vita nuova a questa nostra terra».

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