Nella mattinata di martedì 30 novembre 2021, l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha visitato l’Istituto dei Ciechi di Milano.
L’Incontro è durato due ore durante le quali il presule ha visitato i centri nevralgici dell’Istituto di via Vivaio: il centro di progettazione e produzione del materiale didattico per studenti ciechi e ipovedenti, i nuovi percorsi museali dedicati alla storia dell’educazione dei ciechi, la Rsa Casa Famiglia e il nuovo Centro Diurno Disabili rivolto a ragazzi non vedenti con disabilità complesse.
All’incontro erano presenti tra gli altri il presidente dell’Istituto dei Ciechi Rodolfo Masto, l’assessore al welfare di Regione Lombardia Alessandra Locatelli e l’assessore al welfare e salute del Comune di Milano Lamberto Nicola Giorgio Bertolè.
«Oggi si è rinnovata la tradizione di vicinanza tra l'Istituto dei ciechi di Milano e la diocesi milanese» ha detto il presidente Rodolfo Masto. «Un legame che è sorto fin dalla nascita dell'Istituto, quando l'Arcivescovo Karl von Gaisruck diede il via alle attività per i ciechi celebrando una messa nel 1841, nella sede in via San Marco».
A rimarcare la vicinanza fra la diocesi milanese e l’Istituto dei Ciechi vi è il nuovo settore della raccolta museale Louis Braille dedicato agli aspetti religiosi della vita in Istituto: preziosi paramenti dei monsignori che hanno diretto l’ente in passato, reliquie sacre, libri, oggetti di culto e fotografie compongono questa interessante collezione, mostrata per la prima volta al pubblico in occasione della vista odierna dell’Arcivescovo.
Inaugurazione del nuovo Cdd (Centro diurno disabili)
Momento clou della visita di Delpini è stata l’inaugurazione del nuovo Centro Diurno Disabili che accoglierà 24 ragazzi non vedenti e ipovedenti con disabilità aggiuntive. Un centro di eccellenza con personale specificamente formato, realizzato all’interno della sede di via Vivaio con criteri architettonici improntati all’accessibilità e alla fruibilità da parte di chi è portatore di disabilità sensoriali.
Qui l’Arcivescovo ha incontrato alcuni dei ragazzi frequentanti il centro, dando la propria benedizione alla nuova struttura.
Ed è proprio sulla ripresa delle attività a favore di chi non vede dopo il difficile periodo della pandemia che ha insistito il presidente Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Rodolfo Masto: «La visita dell'Arcivescovo Mario Delpini avviene all'indomani di un'emergenza sanitaria ci ha messo a dura prova. Oltre al messaggio religioso, la presenza di monsignor Delpini ha un significato augurale importante verso la ripresa dei servizi e delle attività del nostro Istituto, che naturalmente sta avvenendo con la massima prudenza. La ripresa dei servizi è una necessità per noi molto sentita, perché le persone che hanno sofferto di più durante la pandemia sono proprio le persone con disabilità. In particolare, i non vedenti, che si relazionano all’esterno soprattutto con il contatto fisico. Il fatto di non poter toccare e di tenere le distanze è stato all'origine di un profondo disagio».
La visita è continuata con un saluto agli ospiti della RSA Casa Famiglia, la struttura di accoglienza per persone anziane non vedenti e vedenti, che è uno dei fiori all’occhiello dei servizi offerti dall’Istituto.
L'Arcivescovo Mario Delpini alla fine della visita ha incontrato la comunità dell'Istituto dei Ciechi nella Sala Barozzi per dare il proprio saluto. Qui ha potuto ascoltare le note del monumentale organo della sala, tornato a suonare dopo un importante intervento di restauro durato dieci anni. A suonare lo strumento c’era l’organista del Duomo Emanuele Vianelli con il quale ha cantato la soprano non vedente Francesca Mannino.
Nei suoi saluti l'arcivescovo ha espresso «gratitudine e ammirazione per quello che l'Istituto dei Ciechi ha fatto per i non vedenti fin dalla fondazione e che tuttora sta facendo proiettandosi verso il futuro. Questa istituzione è un motivo di orgoglio per la città di Milano, una città in grado di andare avanti, di sostenere le sfide con fierezza».
L'arcivescovo ha quindi mandato il suo augurio alla città di Milano affinché orienti le sue energie nel segno della speranza e della sapienza.
«In questo momento Milano è pervasa da una grande frenesia, da un correre incessante. Ad aiutarci a trovare la direzione possono essere due parole: speranza e sapienza» ha detto l'Arcivescovo.