Il tentativo di arginare “l‘inverno demografico” che sta attraversando l’Italia è divenuto parte integrante di un nuovo progetto di Adnkronos, in concomitanza con le celebrazioni per i sessant’anni dell’Agenzia. Il 27 giugno si è tenuta una conferenza in cui sono stati approfonditi vari aspetti del fenomeno della denatalità e del conseguente calo demografico, dell’invecchiamento della popolazione e di tutti i temi ad essi connessi. L’incontro, dal titolo Demografica. Popolazione, persone, natalità: noi domani, si è tenuto al Palazzo dell’Informazione (Roma, Piazza Mastai) ed è stato suddiviso in quattro momenti diversi: A che punto siamo, i numeri, le tendenze e le previsioni, con il contributo di Istat e Bankitalia, e un sondaggio EMG; Natalità, una questione di salute pubblica, con Farmindustria, le principali società scientifiche e aziende del settore; Politiche per la famiglia, un approccio di sistema, con il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, i rappresentanti delle Regioni, a partire dal Governatore della Lombardia Attilio Fontana, e l’Anci. Gli strumenti, parità di genere e welfare aziendale, con banche, assicurazioni e aziende impegnate nel sostegno alla natalità e in progetti avanzati per l’inclusione e la parità di genere.
Il vicedirettore di Adnkronos, in conclusione, ha presentato anche il progetto omonimo Demografica, un portale legato al sito dell’Agenzia che raccoglie news di attualità, articoli tematici, videografiche, podcast. Una produzione giornalistica, integrata da talk e webinar, attenta a trattare il tema da più angolazioni: la salute e la fertilità, i cambiamenti sociali, le politiche per il lavoro, per i giovani e i bambini, le conseguenze dello spopolamento dei territori e dell’invecchiamento della popolazione.
Le evidenze emerse nel dibattito raccontano la preoccupazione, pressoché unanime, per la crisi demografica del Paese e per le sue drammatiche conseguenze. Secondo le indagini, non si fanno più figli principalmente per i seguenti motivi: per il 37% la "colpa" è dell’aumento del costo della vita, il 35% la attribuisce alla precarietà del lavoro, ma pesano anche le basse retribuzioni (29%) e la carenza di servizi per i figli (28%). Molti, inoltre, addebitano le ragioni del basso indice di natalità alle difficoltà di conciliare lavoro e famiglia e, in alcuni casi, anche alla scelta delle donne o delle coppie di avere figli in età sempre più matura (18%).
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta spiegando le iniziative del Governo volte ad arginare il fenomeno: «Il Governo ha messo la natalità e la famiglia al centro del suo impegno. E lo ha fatto con una visione di sistema, portando avanti un lavoro trasversale a tutti i Ministeri e considerando in ogni ambito il criterio dei figli come un criterio fondamentale. Una visione che ha ispirato i tanti provvedimenti adottati finora, dall’aumento dell’assegno unico alle norme sui mutui per le giovani coppie, dal rafforzamento del congedo parentale fino all’inserimento della composizione del nucleo famigliare e dei costi sostenuti per la crescita dei figli nei principi della delega fiscale. È solo l’inizio e sono tante le misure in cantiere».
Due delle più rilevanti questioni sollevate sia dal mondo istituzionale, che da quello scientifico e accademico e per finire da quello aziendale, sono la necessità urgente di uno sviluppo articolato dell’occupazione femminile e un’azione concreta volta all’aumento della popolazione in età lavorativa. Per quanto riguarda l’infanzia, è necessario disporre di maggiori strutture pubbliche che permettano ai neogenitori di non abbandonare la propria carriera ma che permetta un life balance tra famiglia e lavoro.
Gigi De Palo, ideatore degli Stati Generali della Natalità, ha concluso il suo intervento facendo un appello generale: «Siamo in ritardo, ma è giunto il momento di passare dai proclami e dalle prese di posizioni verbali alla concretezza di riforme serie. La prossima legge di bilancio sarà determinante per capire se c’è o non c’è un’effettiva volontà politica di cambiare le cose».