Prurito, rossore e secchezza cutanea. Sono questi i sintomi più comuni con cui hanno a che fare i bambini, ovvero i soggetti più colpiti dalla dermatite atopica, una malattia infiammatoria cronica che, spesso, compare entro i primi due anni di vita e che, nella maggior parte dei casi, tende a scomparire con l’adolescenza. Ma... c’è sempre un “ma”. Sì, perché vi è anche una piccola percentuale di soggetti, circa il 10 per cento, che ne soffre anche in età adulta con conseguenti e immaginabili disagi: il prurito provocato da questa dermatosi, infatti, ostacola le attività quotidiane del paziente e può avere ripercussioni, addirittura, sulla qualità del sonno.
Tra le cause della dermatite atopica, vi sono fattori ereditari (se un genitore soffre di questa malattia è molto probabile che ne sarà affetto anche il figlio), ma anche ambientali legati all’inquinamento atmosferico (la pelle, in questi casi, è più sensibile agli agenti esterni) e batterici (lo stafilococco è spesso alla base di infezioni cutanee). A volte, può essere causata dall’uso di disinfettanti o di detergenti aggressivi, ma anche dall’assunzione eccessiva di antibiotici. Ultimo, ma non meno importante, è il fattore emotivo: lo stress, in questo come in molti altri casi, può essere all’origine del problema. La pelle, infatti, è lo specchio della nostra psiche ed è il tessuto la cui salute è messa più facilmente a rischio da periodi di forte ansia oltre che nei casi di fobie e nevrosi.
Se in età infantile la patologia si presenta in zone del corpo circoscritte come cuoio capelluto, viso e palpebre, negli adulti, invece, sono il collo, i gomiti, il dorso delle mani e le gambe, in particolare le caviglie, le parti più frequentemente interessate. Inoltre, la malattia alterna periodi di remissione a periodi in cui riemerge in modo acuto con la comparsa di lesioni fastidiose.
Come curarla? È bene sottolineare che non esistono trattamenti miracolosi in grado di eliminare la dermatite, in quanto, il più delle volte, ha origine genetica. Però, la si può tenere sotto controllo e ridurne i sintomi, grazie ad alcuni accorgimenti. Prima di tutto evitare saponi e bagnoschiuma troppo schiumosi, che rendono la pelle ancora più secca e vulnerabile. Evitare anche di vestirsi con capi di lana e tessuti sintetici, in quanto il 70 per cento degli eczemi sono dermatiti da contatto: via libera a lino e cotone. Utilizzare, poi, delle creme emollienti e idratanti da applicare due- tre volte al giorno sulle parti colpite, per creare una barriera protettiva cutanea efficace contro allergeni e microrganismi esterni.
Nel caso di manifestazioni più serie, sarà premura del proprio medico curante prescrivere pomate cortisoniche, che riducono le infiammazioni, e antistaminici che placano il prurito. Bisogna, tuttavia, ricordare che sono, comunque, dei farmaci e, come tali, possono comportare effetti collaterali se usati nel lungo periodo.
Per quanto riguarda i bambini, se i genitori sono contrari all’uso di medicine, si possono rivolgere a un buon medico omeopata, che potrà somministrare un rimedio chiamato calcarea carbonica, utile sia per le lesioni secche sia per quelle umide, e che saprà prescrivere una cura personalizzata per quel particolare individuo.
PROVIAMO LA FOTOTERAPIA
In alcuni casi, la fototerapia può essere una soluzione efficace e salutare, in quanto alternativa o complementare ai medicinali: durante le sedute, si viene esposti per un tempo che va dai pochi minuti alle due ore a raggi ultravioletti a banda stretta che, oltre a svolgere azione antinfiammatoria, stimolano la pigmentazione. Ecco perché in estate la pelle si presenta in buona salute: il sole e l’acqua marina sono i migliori alleati di chi soffre di questa patologia.