Fin da piccolo, mio nipote Leo è stato molto esile; crescendo, gli è stata riscontrata una scoliosi e adesso che ha 15 anni gli è stato prescritto un corsetto ortopedico rigido, insieme alle sedute dal fisioterapista per la ginnastica. Per lui è stato un vero e proprio trauma: si è ribellato, dicendo di non volerlo assolutamente portare, ha pianto e si è infuriato. Ci sono volute le parole molto ferme dell’ortopedico e tutta la pazienza di mio fratello e mia cognata per convincerlo. Lo vedo che è costretto in questa specie di armatura rigida e non è a suo agio. Ha ripreso la scuola, anche se si vergogna di avere sempre una maglietta e teme che sotto si possa vedere il corsetto. Per non parlare delle ore di educazione motoria... io vorrei fare qualcosa per rassicurarlo, ma non so bene come fare.
GABRIELLA
— Cara Gabriella, il dolore e la rabbia di Leo sono quelli di un adolescente che, nel pieno dello sviluppo fisico, si sente tradito dal suo corpo. In parte è un problema estetico, e sappiamo quanto oggi i ragazzi si sentano esposti al giudizio altrui, soprattutto se sono attivi sui social. Ma è soprattutto la sensazione di non poter essere in armonia con il proprio corpo, che non può muoversi né esprimere adeguatamente la sua forza e la sua vitalità a causa della scoliosi e della costrizione del corsetto.
L’adolescenza inizia dal corpo, con le trasformazioni della pubertà, e per buona parte è centrata su di esso e sulla necessità di riappropriarsi di questo fisico nuovo, con un’intensa attività della mente. Così come una persona non vedente, abituata a muoversi con scioltezza nel suo appartamento, a cui vengano modificate le proporzioni dei mobili deve ricostruire una mappa mentale della casa e dei suoi movimenti in essa, allo stesso modo un adolescente deve riacquistare familiarità col suo corpo che cresce e si trasforma dopo l’infanzia.
Un corpo che serve all’adolescente come mezzo per comunicare agli altri la propria identità in costruzione, attraverso l’abbigliamento, la capigliatura, la muscolatura, i vari ornamenti. Un corpo percepito come difettoso e non pienamente disponibile può diventare fonte di preoccupazione «Deve indossare il busto ma non lo sopporta, si sente a disagio. Che fare?» e delusione, come avviene a Leo. Probabilmente, con il tempo, il ragazzo si abituerà al corsetto e si rassicurerà.
Nel frattempo, meglio affrontare con sensibilità ogni discorso relativo al suo fisico. Per favorire una migliore integrazione con i coetanei, credo sia opportuno consigliarsi con l’ortopedico per suggerire al ragazzo uno sport utile per la sua scoliosi e che lo inserisca in un gruppo di amici. Inoltre, proporrei di scegliere una palestra per la ginnastica correttiva frequentata da ragazzie non soltanto da persone in età.