Il passaggio della croce al termine della Messa delle Palme e dell'Angelus. Il Papa saluta i 250 delegati che hanno partecipato all'incontro sulle Giornate mondiali della gioventù organizzato dal Pontificio Consiglio per i laici e dà appuntamento prima in Corea del Sud per il 15 agosto di quest'anno con i giovani asiatici e poi il 2016 in Polonia per il raduno mondiale che avrà per tema «Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia». I giovani brasiliani, al termine delle parole del Papa, consegnano la croce ai coetanei polacchi per cominciare il pellegrinaggio verso Cracovia.
Prima, durante la Messa, il Papa ha parlato a braccio lanciando a tutti i fedeli la domanda che deve seguirci per la Settimana santa. «Chi sono io?», ha chiesto Francesco ai tantissimi, soprattutto giovani, che hanno affollato piazza San Pietro. Venuti da tutta la diocesi di Roma, per celebrare la XXIX Giornata mondiale della gioventù, ma anche dal resto del mondo i pellegrini hanno ascoltato l'omelia che il Papa pronuncia a bassa voce, come in una meditazione.
Lasciando da parte il testo scritto papa Francesco ha ripetuto: «Chi sono io davanti al mio Signore? Chi sono io davanti Gesù, che entra in festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia? Di lodarlo? O prendo distanza? Chi sono io davanti a Gesù che soffre? Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi. Il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, che avevano deciso di ucciderlo. Aspettavano l'opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro?».
Roma, 13 aprile 2014. Papa Francesco presiede la celebrazione della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro. Foto Ansa (la foto di coperrtina. invece, è dell'agenzia Reuters).
Come in un grande esame di coscienza il Papa non si è stancato di riproporre la domanda: «Abbiamo sentito un altro nome: Giuda. Trenta monete. Sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi. I discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli che non capivano cosa fosse tradire Gesù? O quell'altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada? Sono io come loro? Sono io come Giuda, che fa finta di amare e bacia il maestro per consegnarlo? Per tradirlo... Sono io traditore? Sono io come quei dirigenti che di fretta fanno il tribunale e cercano falsi testimoni? Sono io come loro? E quando faccio queste cose, se le faccio, credo che con questo salvo il popolo? Sono io come Pilato che quando vedo che la situazione è difficile me ne lavo le mani? E non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare o condanno io le persone? Sono io come quella folla che non sapeva bene se era in una riunione religiosa, in un giudizio o in un circo?».
E' un lungo elenco quello che papa Francesco ha proposto ai fedeli. Figure negative e positive, come il Cireneo che tornava dal lavoro, affaticato, ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce, o come quelle donne coraggiose, come la mamma di Gesù, che erano là e soffrivano in silenzio. «Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto che porta il corpo di Gesù con amore per dargli sepoltura? Sono io come queste due Marie che rimangono alla porta del sepolcro piangendo, pregando? Oppure, ha insistito il Papa, sono come questi dirigenti che il giorno seguente sono andati da Pilato per dire: guardi che questo diceva che sarebbe resuscitato, che non venga un altro inganno? E bloccano la vita, bloccano il sepolcro per difendere la dottrina perchè la vita non venga fuori». «Dov'è il mio cuore?», ha concluso il Papa: «A quale di queste persone assomiglio? E che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana».
In piazza, a testa china, anche le delegazioni di Rio de Janeiro e di Cracovia, guidate dai loro Arcivescovi, i Cardinali Orani João Tempesta e Stanislaw Dziwisz, che il Papa ha voluto salutare particolarmente.