La manifestazione no green pass di Novara.
Di primo acchito, la tentazione sarebbe quella di liquidarlo come un atto talmente abnorme e insensato da non meritare nemmeno un commento. Un gruppo di no vax e no green pass, a Novara, ha sfilato per le strade indossando finte divise da deportati dei campi di sterminio nazisti. «Quello che è accaduto non è solo un oltraggio alla memoria. Dietro c’è un’ideologia. Sì, perché relativizzare la Shoah significa anche mettere in discussione i princìpi fondativi di uno Stato democratico». Ne è convinta Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo e vicepresidente del Memoriale della Shoah, che ha organizzato, con la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica di Milano, la manifestazione in programma questa sera (ore 18) davanti al memoriale. L’appello è rivolto a tutta la società civile, per rispondere all’oltraggio con la testimonianza e la riflessione. Sarà una presenza silenziosa, ma forte ed eloquente.
«Siamo preoccupati, oltre che indignati, per il continuo abuso che viene fatto delle immagini e simboli della Shoah e della deportazione in generale» osserva Santerini. «Paragonare una serie di misure adottate, tra l’altro, per la protezione della salute di tutti, con la persecuzione nazista contro gli Ebrei è un atto di colpevole vittimismo. È un’offesa a tutte le vittime e ai sopravvissuti, anche perché distorce una memoria che ci deve unire e non dividere». Non a caso, questa sera il presidio si terrà proprio davanti al Memoriale della Shoah di Milano, «un luogo concreto, che ci parla di storia concreta, visto che da lì sono state deportate delle persone. Non dovremmo neppure aver bisogno di luoghi come questo per sapere che la Shoah è esistita davvero». Ed è stato un “unicum” nella storia, un abisso che elide qualsiasi possibile confronto: «Si è trattato di un evento incommensurabile, perché la decisione di eliminare gli Ebrei in Europa, in quanto tali, non ha precedenti. Possiamo, sul piano scientifico, metterlo in correlazione con altri momenti della storia, ma quell’evento resta incommensurabile».
Ecco perché protestare contro il green pass vestiti da deportati del lager non esprime solo stoltezza e ignoranza. «C’è un problema di tenuta del sistema democratico» osserva ancora Santerini. «Magari a quel corteo avrà preso parte anche qualche persona facilmente manipolabile, ma di sicuro c’è dietro un’ideologia politica. Ciò che è successo durante la Shoah è un monito per l’oggi, poiché ci spinge ad affermare “mai più dittature, mai più persecuzioni, mai più razzismo”. Quindi relativizzare la Shoah significa anche mettere in discussione i fondamenti democratici del nostro Stato. E oggi manifesteremo perché vogliamo bene alla Costituzione». C’è una memoria da custodire. I testimoni diretti sono sempre meno. E i nostri ragazzi che cosa sanno di Auschwitz? «Le informazioni le hanno, perché, bisogna riconoscerlo, la scuola fa un lavoro straordinario. Il problema è che conoscere a volte non basta. Bisogna comprendere, perché solo così si evita di ripetere gli stessi meccanismi. E su questo c’è un enorme lavoro da fare, tutti abbiamo una grande responsabilità».