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venerdì 18 aprile 2025
 
 

Dimmi come mangi, ti dirò se sprechi

14/02/2013  Pubblicati i risultati del primo questionario sullo spreco domestico in Italia: il 40% sbaglia a conservare il cibo. E dunque sciupa molto.

Un sondaggio per incrociare i risultati di frigoriferi e bidoni della spazzatura degli italiani: Last minute market  e Università di Bologna hanno così pubblicato i risultati del primo questionario sullo spreco domestico.


Quello che emerge è più che un invito a riflettere: il 60% degli italiani getta il cibo almeno una volta alla settimana (23% mai, 14% 1-2 volte, 3% più di 2 volte) . Il 52% dichiara di buttarne meno rispetto a due anni fa e il 48% lo fa nella spazzatura (anziché donare o riutilizzarlo in compost o per nutrire animali). 

Le ragioni di tale mal costume sono "culturali": il 40% degli intervistati ha infatti ammesso di essersi trovato a costretto a gettare nella spazzatura il cibo acquisto per totale ignoranza nelle modalità di conservazione. Rientrano in questa categoria anche che tutti coloro che non valutano con attenzione un doveroso bilanciamento tra cibo acquistato e pasti da consumare. Di sicuro c'è che i più "spreconi" sono i consumatori che prediligono snack, carne rossa e pollame.

Questi dati sono anche l'occasione per presentare il "Waste watchers", nuovo osservatorio nazionale sullo spreco promosso nell'ambito dell'Alma mater studiorum, università di Bologna, per indagarne le cause, promuovendo una rinnovata cultura della necessità di ridurre anche quantitativamente la spazzatura. A maggior ragione se nei sacchi neri ci finisce il cibo, in un mondo in cui ancora 1 miliardo di persone non hanno abbastanza da mangiare.


Si tratta di «uno strumento scientifico e al tempo stesso di un veicolo di approfondimento, informazione e comunicazione - spiega il suo fondatore, l'agroeconomista Andrea Segrè, con l'esperto di statistica Furio Camillo - sulle cause dello spreco e sulla concreta controproposta di "policy" di comportamento efficaci per prevenire e ridurre lo spreco, questione centrale del nostro tempo, dal cibo all'acqua all'energia, passando per farmaci, abbigliamento e molti altri beni di consumo».


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