La nuova versione del Padre Nostro usa la dizione «non ci abbandonare alla tentazione». Non sarebbe stato meglio «nella tentazione?». L’uomo, per sua natura fragile, cade nella tentazione ed è proprio lì che invoca l’aiuto del Padre. mentre dire «alla tentazione» dà l’idea di un Padre che lascia andare quasi indifferente. - GRAZIELLA
Quel cambiamento nella nuova versione del Padre Nostro (già nella Bibbia Cei del 2008 e poi nel Messale del 2020) giustamente voleva risolvere l’imbarazzo del testo precedente («non ci indurre in tentazione»), che trasmetteva l’immagine inquietante di un Dio che spingeva l’uomo alla tentazione (e quindi al male del peccato). La nuova versione è comunque un compromesso tra la letteralità del testo originale e la riflessione teologica, che tiene conto della rivelazione biblica nel suo insieme (cfr. ad es. Giacomo 1,13: «Dio non tenta nessuno»). Alla luce di tale rivelazione (cfr. anche il Salmo 140,4: «Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male e compia azioni inique con i peccatori»), il senso di quella invocazione è: «Non permettere che siamo esposti (e che cediamo) alla tentazione». Comunque, quando si traduce un testo, ogni scelta implica un’approssimazione, nella quale qualcosa può rimanere incompleto o ambiguo.