La misericordia», ha detto
papa Francesco in un’omelia
a Santa Marta, «è come
il cielo. Noi lo guardiamo,
tante stelle, tante stelle; ma
quando viene il sole, al mattino,
con tanta luce, le stelle
non si vedono. E così è la misericordia
di Dio: una grande luce di
amore, di tenerezza. Dio perdona non
con un decreto, ma con una carezza,
carezzando le nostre ferite del peccato.
Perché Lui è coinvolto nel perdono,
è coinvolto nella nostra salvezza. È
grande la misericordia di Dio, di Gesù.
Perdonarci, carezzandoci!».
Per questo, l’anno scorso, in Quaresima,
ha presieduto la liturgia penitenziale
in San Pietro confessandosi
davanti a tutti prima di confessare, a
sua volta, alcuni fedeli. «Il confessionale non è un luogo di tortura», ha
ripetuto più volte. Ecco, quindi, che
il sacramento della Riconciliazione,
da sempre al centro della predicazione
del Ponte
ce, ritorna quest’anno
nell’iniziativa “24 ore per il Signore”
in programma il 13 e 14 marzo.
A incoraggiare l’iniziativa è stato il
Papa stesso nel messaggio per la Quaresima
di quest’anno: «Siamo saturi
di notizie e immagini sconvolgenti
che ci narrano la sofferenza umana e
sentiamo nel medesimo tempo tutta
la nostra incapacità a intervenire», ha scritto. «Che cosa fare per non lasciarci
assorbire da questa spirale di spavento
e di impotenza? In primo luogo, possiamo
pregare nella comunione della
Chiesa terrena e celeste.
Non trascuriamo
la forza della preghiera di tanti!
L’iniziativa “24 ore per il Signore”, che
auspico si celebri in tutta la Chiesa,
anche a livello diocesano, nei giorni
13 e 14 marzo, vuole dare espressione a
questa necessità della preghiera».
Quest’anno, come l’anno scorso, il
Papa presiede la liturgia penitenziale
a San Pietro, mettendo così il sacramento
della Riconciliazione al centro
del cammino della nuova evangelizzazione
in tutta la Chiesa. Nelle chiese
ci sarà una maratona di adorazione e
preghiere, con i sacerdoti disponibili
per le confessioni. Accarezzando, come
vuole il Papa, gli smarriti di cuore.