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Dire Straits, con Palmer e Illsley torna la leggenda

08/05/2014  L'11 maggio parte il nuovo tour italiano dei Dire Straits Legends. Nella formazione, alcuni membri della celebre rockband britannica che si sciolse nel 1995 dopo quasi vent'anni di successi.

Phil Palmer
Phil Palmer

E' stata una delle band più amate dal popolo del rock italiano degli ultimi decenni. In quasi vent'anni di carriera (dal 1977 al 1995), il gruppo guidato dalla voce inconfondibile e dal carisma del frontman e chitarrista Mark Knopfler ha fatto cantare e ballare il suo pubblico con brani indimenticabili, da Romeo and Juliet a Money for nothing, da Tunnel of love a Sultans of swing. Oggi, a quasi due decenni dal loro scioglimento, la musica dei grandi Dire Straits  è tornata a rivivere sul palcoscenico grazie a un fortunato progetto artistico: alcuni dei vecchi membri del gruppo - che negli anni si sono avvicendati - si sono ritrovati, si sono riuniti e hanno dato vita a una concept band (come la definiscono loro) che reinterpreta il repertorio storico della formazione britannica. Sono nati così i Dire Straits Legends, che nel loro primo tour del 2013 hanno riscosso un enorme quanto inaspettato successo.

I nomi delle "leggende": Phil Palmer, uno dei più talentuosi chitarristi sulla scena mondiale, alla chitarra e direzione musicale; Danny Cummings alle percussioni; Mel Collins al sassofono; Steve Ferrone alla batteria. Una curiosità: al posto di Mark Knopfler (che ormai da anni segue la carriera da solista) sul palcoscenico troviamo una voce tutta italiana, quella del romano Marco Caviglia, chitarrista e cantante romano che negli anni Ottanta fondò una popolare tribute band dei Dire Straits. Oltre a lui, un italiano anche alle tastiere, Primiano Di Biase

Ora, i Dire Straits Legends tornano con un nuovo tour. Stavolta ancora più in grande. Nel progetto, infatti, è entrato un altro nome storico della formazione originale: il bassista John Illsley, che nel 1977 fu tra i fondatori della band ed è stato l'unico membro a seguirne la vita intera, dall'inizio fino allo scioglimento. Chiamato da Phil Palmer, che gli ha proposto di aderire alle "leggende", Illsley ha deciso di affiancare il suo percorso musicale da solista (è appena uscito il suo ultimo album Testing the water) a quello dei Dire Straits Legends. Un grande ritorno. Il tour italiano parte l'11 maggio a Bari. Seguiranno le tappe di Napoli, Roma, Firenze, Mantova, Milano, Padova e, per concludere, Trieste il 26 maggio.  A pochi giorni dalla partenza, sono Phil Palmer e John Illsley a raccontare il progetto artistico dei Dire Straits Legends.

Phil Palmer, come è nata l'idea di questa band?
Vivo ormai da alcuni anni stabilmente in Italia. Qui, cinque anni fa, ho incontrato Marco Caviglia che a quel tempo cantava e suonava con la tribute band dei Dire Straits. Con lui abbiamo pensato che poteva essere una bella idea ricreare sul palcoscenico la passione e lo spirito della vecchia band. Pian piano gli altri membri sono stati coinvolti uno ad uno. L'ultimo è appunto John Illsley. L'interesse del pubblico è stato così grande che abbiamo deciso di continuare il progetto. La gente è stata sempre molto affascinata dalla musica dei Dire Straits e continua a essere desiderosa di ascoltarla. Marco Caviglia è una persona e un artista davvero in gamba e siamo diventati molto amici. Giochiamo anche a tennis insieme. E' stato davvero incredibile ascoltare la sua voce  che interpreta Mark Knopfler.

A parte i Dire Straits legends, in cosa è impegnato musicalmente?
Sono sempre molto attivo. Ora vivo a Roma, due anni fa mi sono sposato con una italiana e sto lavorando con alcuni grandi artisti del vostro Paese, ho appena terminato una collaborazione con Renato Zero, con il quale c'è un bel legame di amicizia. Lavoro anche con Pino Daniele. Sto inoltre portando avanti un progetto a Londra con la cantante italiana Valentina Parisse. Anche George Michael sta pensando di fare di nuovo qualcosa insieme a me.

In passato lei ha collaborato con Lucio Battisti. Che ricordo ha di lui?
Lo ricordo come un artista molto calmo, riservato e timido. Era molto solitario, non amava mescolarsi con la gente.

Dopo il tour in Italia, avete in programma delle tappe all'estero?
Vari Paesi sono interessati a ospitarci. La Spagna, la Francia e probabilmente anche la Cina, un Paese dove non sono mai stato: sarà un'esperienza unica suonare là.

John Illsley
John Illsley

John Illsley, qual è stata la ragione che l'ha spinta a entrare nel progetto musicale?
Ad essere sincero, per molto tempo avevo detto di no. Prima di tutto, perché ero molto concentrato sul mio ultimo lavoro discografico. Quando Phil mi spiegò il progetto mi resi conto che non si trattava di una semplice tribute band, ma di una concept band, che è una cosa diversa e il fatto che siano coinvolti i membri della formazione di un tempo gli conferisce una maggiore credibilità. Così, ho pensato che avrei potuto dare un importante contributo alla band, un senso di maggiore genuinità al progetto.   

Chi è il pubblico dei Dire Straits legends?

Bisogna chiarire un punto: non potremo mai ripetere ciò che Mark Knopfler ed io abbiamo fatto tanti anni fa. Chi viene ad ascoltarci deve sapere che quello che i Dire Straits sono stati un tempo non potrà tornare. Mark ha intrapreso una carriera da solista e sta esplorando nuove e diverse aree musicali. Ci vediamo regolarmente, siamo amici. Ma lui ha la sua formazione e non si unirà mai alla nostra concept band. Anche io ho iniziato un mio personale percorso musicale. I Dire Straits legends sono solo una parte della mia produzione e attività, che è più vasta. Quando oggi suono la musica dei Dire Straits non suono più come una volta. Nessuno potrebbe farlo. Io sono cambiato, tutti siamo cambiati. La cosa importante è accostarsi a quella musica con rispetto, senza cercare di ripetere ciò che facevamo un tempo. In giro per il mondo ci sono bravissime tribute band. Dobbiamo sapere che oggi siamo diversi e la gente che viene ad ascoltarci credo sia sufficientemente intelligente da rendersi conto che sul palcoscenico non ci siamo più io e Mark come un tempo, oggi è un'altra storia.  Questa è la nostra sfida.  Voglio inoltre chiarire un'altra cosa: quando si parla dei membri originali dei Dire Straits, quelli siamo soltanto Mark ed io. Gli altri hanno fatto parte per alcuni anni della band. Io sono la storia dei Dire Straits.

Qual è stata la sua impressione quando ha sentito Marco Caviglia cantare al posto di Mark Knopfler?
Bella domanda... Quando uno straniero prova a cantare al posto di un britannico a volte il risultato non è così esaltante. Marco è bravo, fa un buon lavoro e negli ultimi tempi è migliorato tanto. Ma cantare in un'altra lingua certamente non è semplice.

C'è una canzone alla quale lei è particolarmente legato?
Diversi brani, per diverse ragioni. Romeo and Juliet ad esempio è un monumento, Money for nothing è assolutamente unica.  Devo dire che il pubblico italiano era quello che ci amava di più e ci accoglieva con più entusiasmo. Con i Dire Straits ho passato dei bellissimi momenti in Italia. 

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